Dimenticate le aree protette di Tuscania e Bomarzo

di Roberto Corzani


Il coordinatore provinciale dei verdi Roberto Corzani

Viterbo 11 ottobre 2003 - Riceviamo e pubblichiamo

Sviluppo sostenibile e occupazione nella Provincia di Viterbo, solo chiacchiere.

E’ da circa sei anni, che sono state istituite le aree protette di Tuscania e di Monte Casoli di Bomarzo, precisamente con legge regionale n. 29 del 10.11.1997. Purtroppo la Provincia di Viterbo in qualità di ente gestore delle aree protette, non ha ancora nemmeno effettuato la tabellazione perimetrale. Non è stata effettuata nessuna pianificazione e programmazione economico finanziaria. E, nota bene, ancora non c'è personale a tempo indeterminato (neanche a tempo determinato) che lavori all'interno delle aree naturali protette.

Non capisco come si possa creare occupazione e sviluppo nella nostra Provincia, quando si hanno le opportunità e gli strumenti, e non vengono utilizzati. O si pensa ad altre cose, o non si ha la capacità di farlo.
Purtroppo è come avere una ferrari e non avere la patente o non saper portare l'automobile.

Il mio vuole essere un sollecito affinché vengano finalmente gestite correttamente due importanti aree provinciali, in modo che le comunità locali, possano migliorare le loro condizioni di vita, sia in termini qualitativi che economici.

Per far capire come le aree protette portino benessere alle comunità che sono direttamente interessate, faccio due esempi che ci riguardano da vicino.

La riserva naturale regionale di Monterufeno, nel Comune di Acquapendente, istituita da molti anni e gestita correttamente dal Comune su finanziamento della Regione Lazio, attualmente prevede in pianta organica di undici unita tra direttore, amministrativi e vigilanza. Tutti assunti a tempo indeterminato, due cantieristi assunti a tempo determinato, inoltre collaborano normalmente a tempo determinato (coop, professionisti ecc) trentancinque persone con punte di settanta persone.

I contributi ( venti milioni di euro. In conto capitale e dieci milioni di euro In conto ordinario) che negli anni sono stati spesi per opere pubbliche e nel territorio.

Hanno costituito e costituiscono un moltiplicatore dell’investimento non indifferente. Sono stati ristrutturati dieci casali, è stato creato il museo del fiore. Nel parco si svolgono manifestazioni di vario genere. Per capirci è una comunità che vive e lavora, con un modello di sviluppo sostenibile e compatibile. Evitando così, che piccole comunità rurali, vengano abbandonate.

Il parco regionale Marturanum, nel Comune di Barbarano Romano, dal 1984 ha portato investimenti sul territorio per circa dieci milioni di euro. Sono stati acquistati e ristrutturati palazzi e sistemato territori con opere varie. Otto persone vi lavorano a tempo indeterminato e altre collaborano in vario modo.

Chiudo ma potrei fare altri esempi, come quello della riserva del Lago di Vico. E' che parco vuol dire benessere per le comunità, sviluppo sostenibile, ed un futuro migliore per noi e per le generazioni future.

Roberto Corzani

coordinatore provinciale " Verdi sole che ride"

11- ottobre 2003 - www.tusciaweb.it