Commemoriamo la presa di Porta Pia

Viterbo 15 ottobre 2003 - Lettera aperta del prof. Ercoli Osvaldo al Consiglio Comunale di Viterbo nella persona del suo Presidente Giuseppe Capotondi e al Consiglio Provinciale di Viterbo nella persona del suo Presidente Massimo Giampieri

Oggetto: ripristino della commemorazione del xx settembre 1870 (ricorrenza dell'apertura della breccia di Porta Pia)

Il xx settembre del 1870 i bersaglieri del generale Cadorna, attraverso una breccia aperta sulle mura di Roma nei paraggi di Porta Pia, entrarono in Roma e la restituirono all'Italia.

L'evento del xx settembre 1870 completa il processo di riunificazione nazionale, ponendo fine all' anomalo e millenario potere temporale della Chiesa sulle terre d'Italia, (delle quali venne in possesso il Papa Stefano II con una truffa clamorosa ai danni di Pipino il Breve nel 781), e, di fatto, consacra l'unità d'Italia.

Anche fra molte difficoltà, iniziò solo allora per il giovane stato italiano, una stagione di laicità che portava a compimento il disegno già iniziato con le idee risorgimentali. Per tutti i martiri dei tribunali dell'Inquisizione e per tutti gli eroi del risorgimento, quel giorno è il coronamento dei loro sogni e la concretizzazione dei loro ideali, vedendo così ricompensate tutte le sofferenze, tutte le persecuzioni, tutte le umiliazioni, tutte le prevaricazioni subite, sotto lo stato pontificio, di cui Papa Woitila ne testimonia al mondo la realtà con la sua richiesta di perdono.

Per non "Dimenticare" e per "Ricordare" ai posteri il valore politico, storico e sociale di quell'evento, la ricorrenza del XX settembre 1870 fu proclamata allora festa nazionale. Il fruttuoso cammino intrapreso, ed il sogno risorgimentale, fu bruscamente interrotto nel 1930 per effetto del compromesso Stato-Chiesa dell'11 febbraio 1929, firmato da Benito Mussolini e dal Cardinal Gasparri.

Uno dei tanti frutti avvelenati che dovette ingoiare lo Stato italiano per effetto del CONCORDATO, fu la soppressione della festa nazionale del XX settembre, con la sadica beffa di vederla sostituita con la solennità civile dell'11 febbraio.

La soppressione della festa nazionale del XX settembre, nello spirito di chi l'ha pretesa, non è lontana dal significare, cancellazione del ricordo di quella data, disprezzo o quanto meno inutile sacrificio per chi ha perso la vita per sostenere quegli ideali, e sadica possibilità di sogghignare sulle loro tombe.

È amara la lettura del gesto, ma non mi sembra lontana dalla realtà. Pretendere il ripristino di una dignità calpestata ed umiliata per anni è un nostro diritto, è un diritto del nostro Stato laico, è un diritto che i nostri politici debbono riaffermare e difendere. Iniziamo con il ripristino della commemorazione del XX settembre con le istituzioni locali del Comune e Provincia di Viterbo, auspicando che l'iniziativa si estenda, (come ha già iniziato , l'onorevole Grillini presentando in Parlamento un disegno di legge).

Ancora una volta attendo fiducioso raccoglimento dell'appello, anche se mi rendo conto di quanto coraggio, indipendenza, personalità e convinzione necessitano per rompere certe catene.



professor Osvaldo Ercoli

Viterbo 1-09-2003

15- ottobre 2003 - www.tusciaweb.it