Palazzo Gentili -Il totocandidatura alla presidenza della Provincia nel centrodestra
Socciarelli, Santucci e...
Viterbo 26- ottobre - 2004
Consiglio comunale aperto contro la violenza politica

Abbiamo analizzato qualche giorno fa la situazione nel centrosinistra in vista delle elezioni provinciali e l’abbiamo definita un rebus. Un po’ più semplici paiono invece le condizioni di partenza nel centrodestra, anche se qualche difficoltà non manca, come testimoniano le dure polemiche delle ultime ore.

In primo luogo non c’è discussione sul metodo (primarie, tavoli, ecc.). La scelta, semplicemente, spetta a Forza Italia. D’altronde non potrebbe essere diversamente avendo AN il sindaco della città capoluogo e quello di Civita Castellana, il deputato del capoluogo e i senatori eletti in provincia. Dunque la partita della successione a Giulio Marini (dato in pista per le elezioni regionali) è tutta interna agli azzurri mentre le carte della divisione tra la corrente dello stesso Marini e quella del deputato Rodolfo Gigli risultano mischiate rispetto a qualche mese fa e molte delle divisioni interne sembrano essere state ricomposte (miracoli del co-coordinamento Arena/Socciarelli o, piuttosto solidarietà di fronte allo scontro con gli aennini di Bonatesta e Gabbianelli?). Piuttosto si delinea un contrasto tra i sindaci e il partito, come appare dallo scontro sul consiglio di amministrazione di Talete S.p.A., la società che dovrà gestire il servizio idrico integrato.

Il problema della designazione del candidato alla presidenza della Provincia è quindi complicato non tanto dalla appartenenza partitica quanto dalla lunga lista di aspiranti, che, in ordine alfabetico, possono essere elencati in: Arena Giovanni, Battistoni Francesco, Equitani Paolo, Santucci Gianmaria, Socciarelli Candido.

Giovanni Arena è stato vicesindaco di Giancarlo Gabbianelli nel corso della scorsa consiliatura ed oggi è ancora assessore al Comune di Viterbo (ma con deleghe un po’ alleggerite rispetto a prima) nonché consigliere provinciale. Ma egli è soprattutto uno dei due co-coordinatori dei berluscones della Tuscia, in particolare in quota ai mariniani: questa è la sua posizione di forza, ma è anche un versante di debolezza poiché i malumori interni al partito si scaricano facilmente (magari al 50%) sui co-co. Tra i suoi handicap la mancanza di un forte insediamento tra gli amministratori dei comuni della provincia.

Francesco Battistoni è uno dei giovani della covata mariniana: da assessore provinciale all’ambiente è stato sicuramente uno degli esponenti più visibili di Palazzo Gentili grazie ad una oculata politica di immagine, con la quale ha saputo promuovere molte iniziative e, soprattutto, sé stesso. Alle ultime elezioni amministrative ha scelto di trovarsi una "postazione di base" facendosi eleggere sindaco di Proceno, suo paese d’origine, e così rafforzandosi nel confronto interno ma pure costruendosi una opportuna via di fuga in caso di difficoltà. Comunque in questo momento i bookmakers non gli offrono molte chanches per la corsa allo scranno più alto di Palazzo Gentili. E le bordate sparate contro il co-co Candido Socciarelli confermano un certo nervosismo (il Messaggero ha riportato la seguente dichiarazione di Battistoni: mi dispiace che Socciarelli abbia voluto ridurre una questione di primaria importanza come il rinnovo della Talete a una mera lotta per aggiudicarsi la presidenza della provincia).

Paolo Equitani, navigatore di lungo corso della DC, sindaco di Bolsena, già presidente della ex ASL di Montefiascone nasce dentro Forza Italia in quota ai gigliani, dai quali poi si distacca per assumere infine una posizione autonoma dalle due correnti principali. Nella corsa alla candidatura alla presidenza della Provincia ha dalla sua una grande esperienza ed un buon insediamento nella zona nord della Tuscia, ma i contrasti negli ultimi mesi con i vertici del partito lo hanno messo in una posizione piuttosto sfavorevole per ambire alla nomination. Anche lui non risparmia colpi a partire dalla vicenda dell’A.T.O. e della Talete (sempre dal Il Messaggero traiamo una dichiarazione di Equitani: occorre curare gli interessi dei cittadini amministrati, non del partito…)

Gianmaria Santucci è l’altro giovane della covata di Marini: assessore provinciale alla cultura, come il suo collega Battistoni ha curato molto la sua immagine, ma è stato anche molto attento a sostenere una miriade di iniziative sul territorio. Da mesi pare in pole-position per la candidatura alla presidenza di Palazzo Gentili, anzi si dice che tra Gigli e Marini ci fosse già un accordo sul suo nome. Anche per questo nella dialettica interna al partito Santucci ha ultimamente cercato di affrancarsi dai mariniani puri e duri, strizzando un po’ l’occhio ai gigliani. D’altronde il suo radicamento nel capoluogo, l’essere conosciuto in tutta la provincia, la giovane età ne fanno tuttora uno dei favoriti per capitanare il centrodestra alle elezioni di primavera.

Candido Socciarelli (co.co degli azzurri della Tuscia con Giovanni Arena) è l’uomo forte dei gigliani. Anche lui democristiano di lungo corso, è stato qualche lustro fa consigliere regionale ed è difficile pensare che per la primavera del 2005 si accontenti di rimanere affacciato alla finestra del partito e non intenda invece ritornare all’impegno istituzionale. Dalle sue decisioni dipendono in effetti molti degli equilibri interni ai berluscones: se decidesse di rimettersi in pista per la Pisana (ossia il consiglio regionale) turberebbe le prospettive che Giulio Marini ha disegnato per sé, dato che, sia se per la Tuscia rimanessero tre posti sia se la nuova legge elettorale regionale li portasse a quattro, gli eletti di Forza Italia nel Viterbese non potrebbero superare l’unità. Così pur di non disturbare Marini, per Socciarelli potrebbe aprirsi la strada alla candidatura della presidenza della Provincia: Battistoni e Santucci sono giovani e possono aspettare, Equitani (curiosamente ex democristiano, ingegnere, del nord della Tuscia, proprio come Socciarelli) dovrebbe accontentarsi del suo ruolo di sindaco, mentre Giovanni Arena potrebbe entrare nella squadra di Palazzo Gentili, ossia diventare assessore provinciale traslocando da Palazzo dei Priori dati i rapporti non proprio idilliaci con Giancarlo Gabbianelli.

Il centrodestra parte in forte vantaggio rispetto allo schieramento del centrosinistra, con una forbice di voti alle elezioni europee di giugno scorso di almeno 12.500 voti. Alle elezioni del 2000 Marini al primo turno raccolse circa il 44% dei consensi, mentre il suo competitore Luciano Dottarelli arrivò ad oltre il 48%, ma al ballottaggio questi perse oltre 22.000 voti rispetto al primo turno e Marini vinse facile. Anche allora le elezioni provinciali coincidevano con quelle regionali e la vittoria di Storace, la caduta del governo D’Alema aprirono in quindici giorni una autostrada alla vittoria del Polo. Per il prossimo aprile (pare infatti che la data più probabile per lo svolgimento delle elezioni sia il 17 e 18 aprile) sarà dunque importante vedere cosa succederà a livello regionale tra Storace e Marrazzo e quindi quale sarà l’effetto di trascinamento che potrà aversi sulle altre consultazioni elettorali.

Alle ultime elezioni europee il centrosinistra nel Lazio ha preso circa 40.000 voti in più della Casa delle Libertà: in particolare il distacco è di 180.000 nell’area romana, mentre i rapporti si invertono (- 140.000) nelle altre province. Inoltre il governo Berlusconi si trova ad affrontare un passaggio molto difficile con la manovra finanziaria, la quale, per superare l’emergenza, pare proprio che finirà per scontentare un po’ tutti i ceti e le categorie: certo non un buon viatico per le prossime scadenze elettorali.

Dunque favori del pronostico alla Casa delle Libertà del centrodestra, ma partita aperta se la GAD (Grande Alleanza Democratica) del centrosinistra nella Tuscia non punta direttamente al suicidio politico.


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