Viterbo 25 agosto 2005 - ore 0,30 - Senza Filtro - Il Corteo Storico di S. Rosa nacque, per felice intuizione delle Sorelle Clarisse, con lo scopo di incrementare il culto verso la Santa nel corso della cerimonia religiosa più pregnante del Settembre Viterbese; la processione con il cuore di Rosa.
Quellomaggio in costume aveva, ed ha ancora oggi, una caratteristica culturale ed artistica unica; riproporre schematicamente latto di riverenza secolare delle autorità civili e militari al Santuario sul colle di S. Marco.
La sfilata si apre con il secolo dellorgoglio viterbese, quello di Rosa e del cardinal soldato Capocci, luomo che tenne testa a Federico II.
Con il secolo seguente, il XIV°, si ripropongono gli abiti che indossarono i protagonisti delle lotte intestine e che condussero alla reciproca distruzione Gatti, Tignosi e rispettivi vassalli. Vengono poi restituiti allantico splendore i modi di abbigliarsi dei Farnese, dei Gambara, di quel Rinascimento insomma che, seppure marginalmente, interessò il tessuto sociale ed architettonico di Viterbo.
Sfilano poi gli abiti dei secoli dell anonimato in Tuscia, il XVII e XVIII° secolo, quando Viterbo era una piccola città del Patrimonio di S. Pietro.
Sono poi riproposti, idealmente, i personaggi che amministrarono la vita pubblica nel primo decennio di Viterbo Italiana, a partire dal 1870.
Per questo ultimo secolo,la ricerca degli abiti e del loro stile è stata facilitata, oltre che dalla abbondanza degli scritti, anche dalla presenza dei primi ritratti fotografici.
Il due di Settembre rivivranno quindi idealmente Angelo Mangani, primo sindaco di Viterbo, insieme al rappresentante del governo centrale, il Sottoprefetto conte Pallotta. Con loro passeggeranno nuovamente per S. Pellegrino anche il conte Mario Fani, fondatore dellAzione Cattolica e Giuseppe Cencelli,primo parlamentare viterbese.
Dopo i nuovi costumi dell800,quindi, che hanno completato idealmente un percorso storico culturale del potere viterbese dal 1200 al diciannovesimo secolo, questo anno gli organizzatori della Compagnia di S. Rosa,di concerto con le Clarisse, hanno preferito convergere la loro attenzione su manutenzione e sostituzione degli abiti.
Le priorità maggiori erano rappresentate dal deterioramento dei cappelli, in specie quelli del 1600 e 700, di foggia particolare e a feltro rigido. La collaborazione, iniziata nel 2003, con i Pieroni di Roma, che rappresentano il top artigianale nel mondo del Cinema quanto a realizzazione di accessori, ha permesso di rifare quasi completamente diciotto copricapo.
Particolare attenzione, da parte della ditta capitolina, è stata posta nel ridare una nuova foggia alle falde dei cappelli, così che ora sembrano di nuova fattura. Anche le piume dei dodici alla moschettiera, relativi al diciassettesimo secolo, sono state ripulite, dando agli ornamenti, nuova e più acconcia foggia. Così, anche il copricapo di uno dei collaterali del 1400 è stato rifatto, perché il vecchio era oramai troppo usurato per poter essere indossato. I tricorni degli armati pontifici del 1700 sono stati rivitalizzanti, sostituendo anche gli ornamenti delle falde.
Inoltre, per tutti i figuranti del diciottesimo secolo, pulizia e nuova foggia delle parrucche, rese ancor più apprezzabili dal sapiente intervento di unartigiana viterbese.
Per i corazzieri del 1500 si è provveduto ad un intervento più radicale, consistito nel rifacimento delle tiracche, che sono le corte brache a sbuffo. Anche in questo caso, la Compagnia si è rivolta ad artigiani di provata esperienza, commissionando il lavoro alla sartoria delle sorelle Ferroni, vincitrici di più Oscar cinematografici.
Laspetto complessivo degli abiti risulta ora più gradevole e storicamente coerente. Infine, anche la casacca del Collaterale del 1200 è stata completamente rifatta, assieme alla relativa calzamaglia.
In ugual modo, per i costumi delle milizie del 1200 si è provveduto a far tessere nuove calzamaglie, così saranno finalmente godibili i vivaci colori gialloblu del nostro Comune.
Tutti i costumi,comunque, sono stati scrupolosamente provati dai figuranti, perché si evidenziassero eventuali problemi di sartoria e si cambiassero accessori deteriorati. La disponibilità delle comparse è stata totale, ed undici di loro hanno approfittato per aderire al suggerimento della compagnia di lasciare spazio alle nuove generazioni. Alcuni resteranno nellambito del corteo, per prestare la loro opera come collaboratori della complessa macchina organizzativa.
Il 2 di settembre sarà vissuto da questi con un altro atteggiamento, sicuramente più coinvolgente ma anche più faticoso. Rimarrà oltretutto, in cuor loro la soddisfazione di avere,dopo anni di compiacimento personale, dato la possibilità ad altri devoti di S. Rosa di rendere omaggio alla nostra Santa nel corso di questa pregnante cerimonia religiosa.