Viterbo 12 aprile 2005 - ore 0,30 - Senza Filtro - Vorrei fare un intervento da libero cittadino, sgombro da qualsiasi ipotesi pretestuosa di perseguire interessi personali, visto che non dirigo e non faccio parte di nessuna cooperativa di servizi sulla mobilità.
Sono semplicemente un consumatore quando può, di certi servizi sui trasporti messi a disposizione dalla cooperativa sociale “Città Aperta”divenuta a pagamento perché il Comune di Viterbo, ritenendo troppo onerosa la convenzione stipulata, decise di organizzare diversamente il servizio trasporto per persone con disabilità, utilizzando i famosi pulmini della MGG Italia, che io stesso ho fortemente contestato dall’anno scorso, per tutta una serie di motivi che non sto qui a ripetere.
Visto la pochezza dei mezzi (discutibili) messi in campo dal Comune, sarebbe stato più logico cercare nuove forme di convenzioni meno onerose e con un normale ritorno economico da parte degli utenti, come si pagano negli autobus di linea ed allargare il servizio anche ad altri che abbiano pulmini a disposizione.
Inoltre, il servizio messo dal Comune, specialmente all’inizio si è dimostrato deleterio sul piano organizzativo e del disagio di chi è costretto a fare domanda, un'autocertificazione della propria invalidità per usufruire del diritto alla mobilità, per non parlare delle attese dovute a scelte prioritarie che i servizi sociali sono costretti a fare.
Mi piacerebbe salire su un autobus di linea come qualunque passeggero, pagando senza essere costretto a dichiarare il mio stato di salute: questo è un concetto di libertà condivisibile che dovrebbe accompagnare il modo di concepire e di organizzare servizi alla persona, da chiunque voglia rendersi utile ad utilizzare delle risorse economiche.
Non discuto l’utilità dei mezzi della MGG (tutto fa brodo per chi ha bisogno), quanto il principio del meccanismo commerciale che fa muovere determinati mezzi e soprattutto, l’utilizzo di una cultura massificante delle disabilità a senso unico che portano inevitabilmente a creare mondi contrapposti a quello che dovrebbe essere un normale vissuto fra cittadini.
Non è con l’aggressività e col risentimento, che si può tentare un dialogo di apertura e di capire come stanno le cose: un assessore che ricopre una carica importante come quella sui servizi sociali, devrebbe mettere da parte diatribe personali, per dare risposte o spiegazioni a domande insorte sia pure con toni polemici. Invece di spiegare si usano le frasi fatte dei proverbi, si preferisce continuare a fare pubblicità, una carrellata di come sono stati bravi Comune, Francigena e MGG, Apici.
Dopo la polemica insorta sotto le elezioni comunali, circa la mobilità, il presidente della Francigena Luigi Pianura, si dimostrò disponibile ad allargare dietro previa domanda, il servizio trasporti a chiunque associazione o cooperativa, possegga mezzi e requisiti; a distanza di quasi un anno, non mi sembra vi siano state iniziative concrete in tal senso: perche? Che fine hanno fatto i buoni propositi? Oggi ci sarebbero stati altri pulmini attrezzati e funzionanti ed un disagio assai inferiore.
Le domande fatte da Kristiano Bonatesta, circa l’utilizzo in notturna di uno dei tre pulmini della società MGG Italia favorito dal comune di Viterbo ad un’ associazione di volontariato APICI, fa sorgere delle spontanee riflessioni, domande che hanno già implicite risposte logiche. Non voglio entrare nel merito degli aspetti legislativi e tecnici di cui non ho una conoscenza approfondita: però è possibile tentare di fare chiarezza.
L’idea di mettere a disposizione per la notte intanto un primo pulmino per dare la possibilità a persone con disabilità di andare a fare una passeggiata by night, ad un teatro, un cinema, non è malvagia di per se, anzi, un servizio notturno e con costi più accessibili potrebbe diventare un ottimo strumento di svago che invoglia ad uscire dalla monotonia del limite delle proprie mura domestiche. Ciò dovrebbe valere anche per gli anziani e per quelli che hanno dei grossi impedimenti fisici. Quello che però non quadra e fa pensare - visto che i mezzi sono pochi è il non tenere conto d' altre risorse disponibili sul territorio.
Resto sempre del parere che i mezzi pubblici urbani ed extraurbani adeguati alle esigenze di tutti, deve divenire l’impegno programmatico e politico di primaria realizzazione, e, tutti gli altri servizi di ordine socio-sanitario legati ad esigenze d’impellenza e di svago fuori orario a cui non possono arrivare gli Autobus, debbano essere gestibili da tutti coloro che ne abbiano possibilità e requisiti nel rispetto dei principi fondamentali, quali: la sicurezza, la privacy, la qualità dei servizi offerti alle persone con disabilità.
Mauro Brilli