Viterbo 14 aprile 2005 - ore 20,30 - Senza Filtro - La delusione del presidente della Camera di Commercio di Viterbo dopo l'incontro al Ministero Attività produttive sulla crisi del polo ceramico di Civita Castellana.
"Non c'è alcuna intenzione di affrontare il problema alle radici". È questa l'amara conclusione di Ferindo Palombella, presidente della Camera di Commercio di Viterbo, al termine dell'incontro sul distretto industriale di Civita Castellana, convocata mercoledì scorso a Roma dal Ministero per le attività produttive.
"La crisi della ceramica nella Tuscia" continua Palombella "meriterebbe dal Governo tutt'altra considerazione, al pari di quanto avvenuto in altre zone depresse del Paese. Guardiamo con preoccupazione a questo disinteresse per un territorio che senza immediati interventi rischia di diventare il nuovo Mezzogiorno d'Italia, con l'ulteriore handicap di non beneficiare di quelle misure che ridarebbero i mezzi per competere sui mercati nazionali e internazionali".
Il Presidente della Camera di Commercio di Viterbo ribadisce la sua proposta per la crisi del polo ceramico: "Da più di due anni abbiamo indicato, d'intesa con tutte le associazioni di categoria, quei provvedimenti per le imprese del distretto industriale di Civita Castellana necessari a stimolare un'inversione di tendenza, ma finora abbiamo ricevuto risposte vaghe. A nostro avviso nell'immediato occorre intervenire sui costi dell'energia elettrica e del gas attraverso la riduzione delle accise; inoltre è necessario disporre di ammortizzatori sociali che prevedano la proroga del ricorso alla cassa integrazione e l'abbattimento del costo del lavoro tramite la riduzione degli oneri sociali. Nel medio e lungo termine è auspicabile avviare per il comprensorio civitonico un programma di riconversione industriale e di attrazione degli investimenti rivolti a un complessivo sviluppo del tessuto economico locale, anche attraverso il ricorso ad attività
sostitutive".
"A questo punto" continua Palombella "visti gli esiti del dialogo con il Ministero delle Attività Produttive, invochiamo il forte coinvolgimento anche della Regione Lazio e degli Enti locali nel tavolo di negoziazione, affinché si giunga presto a una soluzione per non depauperare un distretto industriale che ha tutte le potenzialità per tornare ad essere leva di sviluppo e crescita economica del territorio".