Viterbo 18 aprile 2005 - ore 0,30 - In questi ultimi giorni le televisioni di mezzo mondo sono accorsi a Viterbo per filmare il Salone del Conclave nel nostro Palazzo papale.Il motivo? Perché quel salone è famoso per aver ospitato il più lungo conclave della storia: quello per l'elezione di Gregorio X conclusosi soltanto dopo 33 mesi. Anzi il nome stesso "conclave" ebbe origine proprio a Viterbo quando i cardinali furono chiusi "cum clave" nel palazzo perché si decidessero a dare presto un pontefice alla chiesa.
Fu proprio in seguito alle straordinarie vicende di questo conclave che nel concilio di Lione fu emanata la ‘Costituzione gregoriana’. che reca le norme da seguire per l'elezione dei Pontefici, norme che nelle loro linee generali sono quelle osservate fino ai nostri giorni. Ecco come si svolsero i fatti.
Dopo la morte di Clemente IV, avvenuta nella nostra città il 29 Novembre 1278, i cardinali si riunirono per procedere alla scelta del suo successore, ma ben resto si vide che la cosa non sarebbe stata tanto semplice, in quanto gli elettori, 18 in tutto:7 francesi e 11 italiani , erano divisi da aspre rivalità.tanto che un cronista contemporaneo non esita a dirli ‘infiammati di odio canino ‘.
Tra i membri del sacro collegio vi erano due principali tendenze:alcuni volevano un Papa italiano che cercasse un accordo con l'autorità imperiale, altri un pontefice francese che favorisse i piani di Carlo D'Angiò.
Dopo circa un anno di vane discussioni, il podestà di Viterbo, Corrado di Aviano, interpetrando i sentimenti della cittadinanza ed anche di tutta la cristianità, prese ad incitare in maniera piuttosto energica i cardinali perché dessero al più presto un Papa alla Chiesa, ma dovette presto pentirsi del suo zelo, dato che nel Gennaio 1270 fu scomunicato e costretto ad abbandonare la carica.
Per un po' di tempo i viterbesi stettero calmi, ma nel Giugno dello stesso anno, forse per consiglio di San Bonaventura da Bagnoregio, il capitano del popolo Raniero Gatti fece rinchiudere i cardinali nel Palazzo Vescovile, sottoponendoli ad una specie di razionamento ed avvertendoli che li avrebbe tenuti prigionieri fino a quando non si fossero decisi ad eleggere un pontefice.
I cardinali naturalmente protestarono, ma l'energico Raniero Gatti non se ne preoccupò eccessivamente.
Anzi, dato che uno di essi aveva detto in tono scherzoso: ‘Discopriamo questo tetto, dato che lo Spirito Santo non riesce a penetrare per queste coperture’, fece togliere il soffitto della grande sala papale. Questa fu trasformata in una specie di accampamento ed ancora oggi si mostrano nel pavimento dei buchi in cui, secondo quanto dice la tradizione, furono piantati i paletti delle tende dei Prelati.
Si conserva ancora una preziosa pergamena firmata da tutti i cardinali e contrassegnata dai loro sigilli, datata 1270 ed emanata "in palatio discooperto". In seguito, i viterbesi impauriti dalle minacce di scomunica, restituirono ai cardinali una certa libertà e così il conclave continuò stancamente per oltre un anno. In questo periodo uno dei cardinali Giacomo Pirunto, morì; un altro Enrico di Susa, vecchio e stanco, rinunciò a tutti i suoi diritti pur di uscire da quella specie i prigione; ed in fine Giovanni da Toledo si rifiutò di partecipare a quelle eterne discussioni. Ma né il cruento episodio dell'uccisione del nipote del Re di Inghilterra, né le proteste di tutto il mondo cristiano poterono spingere gli elettori ad una maggiore sollecitudine.
Solo nell'estate del 1271, nominata nel proprio seno una commissione di sei membri coll'incarico di procedere all'elezione entro due giorni (strana questa fretta dopo 33 mesi di discussioni), la Chiesa ebbe finalmente il suo capo, che fu un semplice arcidiacono Tebaldo dei Visconti di Piacenza, che allora si trovava in Siria coi crociati e prese il nome di Gregorio X°. Il nuovo Pontefice sbarcò a Brindisi il 1 Gennaio 1272, e se ne venne direttamente a Viterbo senza passare per Roma.
Subito dopo le calorosissime accoglienze tributategli dai viterbesi che speravano di indurlo a fissare presso di loro la sua sede, Gregorio X prese possesso del suo ufficio, ponendo così termine ad un periodo eccezionalmente lungo di sede vacante, in cui la nostra città si era trovata ad essere il centro delle apprensioni e dei timori di tutte le nazioni cristiane.
Due anni dopo, come abbiamo già accennato, preoccupato che non avessero a ripetersi gli incidenti di Viterbo, il Papa emanò, un decreto per regolare la scelta dei suoi successori.
Disposizioni che sostanzialmente codificano ancora oggi ciò che il nostro concittadino Raniero Gatti ingiunse forse con troppa energia ai troppo lenti membri del Supremo Consesso della Chiesa.