Viterbo 31 marzo 2005 - ore 17,50 - Col Filtro - Il Centro Sociale Occupato Autogestito Valle Faul con questo comunicato, vuole denunciare una situazione insostenibile, reiterata e contro la volontà inviolabile di una persona conosciuta in tutta la città.
Ci riferiamo ai numerosi tentativi messi in atto dai Servizi Sociali del Comune di Viterbo per convincere e costringere ossessionatamente il nostro carissimo compagno e amico Alfio Pannega, di ritirarsi in un centro geriatrico.
Ma Alfio che dagli inizi condivide con noi lesperienza dellautogestione e delloccupazione, ed è ancora impegnato nella scrittura di bellissime poesie e nel ricordarci la Viterbo che fu, ha più volte manifestato a noi e agli stessi Servizi Sociali la più ferma contrarietà.
Ma ora abbiamo passato ogni limite poiché questa volta è stato messo davanti ad una scelta incredibile: ubbidire ai consigli dei Servizi Sociali in cambio del semplice intervento allocchio ( considerato un ricovero di day hospital) o tornarsene a casa non subendo loperazione chirurgica diagnostica e privato dellassistenza domiciliare dovuta.
Secondo noi, questa situazione lede seriamente sia i diritti del malato che quelli della libertà individuale e per questo stiamo valutando lipotesi di un esposto alla Procura della Repubblica.
Quando conoscemmo Alfio, ben 13 anni fa, viveva completamente solo in una situazione di degrado umano che pochi riuscirebbe ad immaginare. Abitava in una struttura cedutagli circa 20 anni fa dal Comune di Viterbo, completamente inagibile sia dal punto di vista sanitario che dal punto di vista strutturale. Noi del C.S.O.A. Valle Faul con laiuto di alcuni liberi professionisti, con i quali abbiamo dato via al recupero di una zona tra le più significative di Viterbo abbandonata a se stessa da circa 30 anni, abbiamo ridato vita e dignità dapprima ad un uomo straordinario che ci parla a braccio in ottava rima e poi allex gazometro di Viterbo restituendolo a patrimonio culturale e storico, archeologico della città.
Alfio da 2 settimane è ricoverato presso il reparto Oculistica dellospedale Belcolle per un semplice intervento alla catarratta, operato lo stesso giorno del ricovero veniva visitato accuratamente il giorno dopo e dato per dimesso per il giorno seguente. Limprovviso intervento dei Servizi Sociali, tentava di costringere nuovamente Alfio ad accettare la decisione di una lunga degenza nella struttura del Giovanni XXIII di Viterbo. Alfio afferma la sua decisa volontà di tornare nella sua casa, vicino ai suoi amici.
Il C.S.O.A. Valle Faul si interroga sui due pareri medici contrastanti che sono stati dichiarati: il primo affermava che Alfio poteva tranquillamente tornare a casa il giorno successivo lintervento, il secondo, invece, teneva conto del parere dei Servizi Sociali che ritengono labitazione di Alfio inagibile sia dal punto di vista igienico che della profilassi.
Noi ci chiediamo come fa unabitazione a non essere idonea se Alfio da due anni riceve le cure di 2 assistenti domiciliari?? Questo ci risulta un controsenso, e un altro interrogativo ci si pone davanti: sembra una strana coincidenza quella della nuova risistemazione di Alfio, nel contesto della riqualifica della Valle di Faul e un altra sistemazione per i ragazzi del centro sociale. Noi per questo ci opporremmo a qualsiasi tentativo da parte di chiunque di negare a qualsiasi persona la propria libertà (...).
Non ci scalfiscono le prese di posizioni (...) dei Servizi Sociali, ma ci piace pensare che in queste strutture dovrebbero lavorare persone qualificate che sappiano capire le reali esigenze di persone che vivono quotidianamente nella povertà e quindi nel disagio.
Alfio Pannega è solo la più anziana di queste persone, che come tante altre vengono considerate gli ultimi e che trovano nel Centro Sociale il luogo dove queste testimonianze vengono vissute e confrontate, cercando così di lottare contro lo smantellamento dello stato sociale, contro i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Per questo noi rivendichiamo il diritto alla casa, al lavoro per tutti e diciamo no ad un modello di società che definisce quali persone hanno diritto ad una vita dignitosa e quali no.
Concludiamo rivolgendoci a tutte le persone che soffrono della precarietà di non accettare queste logiche ma di ribellarsi per costruire una città migliore non dal punto di vista estetico ma della qualità della vita.
Invitiamo tutti a mobilitarsi per riappropriarci dei nostri diritti, della nostra Costituzione e della nostra voglia di vivere un altro mondo possibile.
LAssemblea di gestione
Centro Sociale Occupato Valle Faul