Viterbo 22 aprile 2005 - ore 0,10 - Dopo la soddisfazione che il ballottaggio di domenica e lunedì scorsi ci ha regalato, leggiamo ora con qualche perplessità il toto-assessori che sembra giustamente e dopo anni di
astinenza la principale occupazione del centrosinistra viterbese.
Un centrosinistra che ha dato grande prova di responsabilità nel ritrovare unità, grande credibilità premiata dallelettorato e voglia di far cambiare marcia a questa provincia.
Un centrosinistra che ha ottenuto risultati davvero confortanti in molti comuni della Tuscia, analizzando i dati elettorali, colpisce positivamente il dato del comune di Viterbo. Ad un anno di distanza dallappuntamento comunale, si registra una netta crescita delle forze alternative alla destra e per quanto il forte astensionismo possa aver drogato questo risultato, si tratta certamente di un dato importante, che segna una controtendenza rispetto agli anni passati e che fa ben sperare per il futuro.
Detto questo, però, una classe dirigente che voglia davvero fin da subito prova di maturità e lungimiranza non può non interpretare il voto del comune di Viterbo come un punto di partenza per obbiettivi ambiziosi, come un seme da far germogliare, come unindicazione importante che la città e i suoi abitanti hanno voluto dare a noi che ci apprestiamo a governare per i prossimi 5 anni provincia e regione.
Ci sembra allora imprescindibile una visibilità importante della città di Viterbo e della classe dirigente del centrosinistra (Lista per la Tuscia rimane una lista civica) nella futura giunta provinciale. Una giunta che, tra boatos e indiscrezioni, si profila del tutto diversa da quella Marini, non soltanto per colore politico ma soprattutto per provenienza geografica dei membri. Fra i nomi che si sussurrano o si gridano, oltre ad una pesante e per certi versi sorprendente assenza di giovani e donne, non ce nè neppure uno che sia espressione politica della classe dirigente del centrosinistra della città di Viterbo.
E un segno di miopia politica afferma Francesco Ciprini, dellEsecutivo Provinciale della Margherita non capire che il trionfo elettorale di Giancarlo Gabbianelli lo scorso anno si deve soprattutto alla forza degli amministratori comunali e provinciali che lo hanno sostenuto, al loro peso politico sulla città, alla loro visibile e tangibile presenza su Viterbo. E sarebbe un errore gravissimo non fare un tentativo di rilancio politico su questa città con un ruolo di visibilità in giunta. In politica si cede spesso a logiche che considerano soltanto limmediato. Ma, alla luce del ridottissimo distacco fra noi e la destra nel capoluogo, è ora soprattutto di iniziare a programmare il futuro. La politica vera è questa, è capire che gli elettori di Viterbo meritano almeno un interlocutore nella giunta che si va a comporre, per interagire ed interloquire con la realtà sociale della città. E che i tanti, tantissimi giovani che hanno scelto centrosinistra meritano ora di trovare un luogo politico che li rappresenti e li aiuti nelle loro dinamiche, che assecondi i loro bisogni in termini di formazione, opportunità occupazionali, culturali e di impresa.
Chiediamo al nostro partito, che continuiamo a considerare luogo politico che, per caratteristiche partitiche e dei singoli componenti, è punto di riferimento principale per i moderati del centrosinistra e per i tanti scontenti del centrodestra, di fare uno sforzo in questa direzione, ovviamente considerando le qualità e le energie spese in questa campagna elettorale dai candidati, ma iniziando a far politica davvero. Occorre dar voce ai tanti viterbesi che hanno voluto scommettere sulla Margherita, su Alessandro Mazzoli, su unalternativa seria e credibile alla destra.
Occorre premiare anche lo sforzo di tutti i dirigenti del centrosinistra viterbese che in questa tornata, candidati o meno, hanno il dato massimo per raggiungere un obbiettivo fondamentale: ridurre al minimo storico il distacco con la Casa della Libertà, elemento che si considerava imprescindibile per ottenere una vittoria e che una volta conseguito, occorre adesso non abbandonare a se stesso. Affidiamo queste considerazioni ai nostri dirigenti e,in particolare, al neo presidente Mazzoli, con la speranza che, dopo aver condiviso la logica di questo ragionamento politico, con quel coraggio politico mostrato in campagna elettorale, se ne traggano le conclusioni e si agisca di conseguenza.
Giovani della Margherita Provincia di Viterbo