Viterbo 26 aprile 2005 - ore 9,30 -Il sindaco Gabbianelli contestato nel corso della cerimonia del 25 aprile tenutasi ieri al Sacrario.
Dopo lomaggio ai caduti e lintervento di monsignor del Ciuco, Alessandro Mazzoli, presidente della provincia, con un discorso dagli accenti che non sentivano da qualche anno, ha ricordato il valori dellantifascismo e della lotta partigiana su cui è stata costruita la repubblica italia. Mazzoli ha ricordato anche le personalità antifasciste che hanno dato vita nella Tuscia ad episodi di resistenza. Da Burratti a Sorbini, da Biferali a Mainella.
Sottolineando loriginalità dellantifascismo viterbese anche nella sua composizione che comprendeva i repubblicani. Tracciando per grandi linee la storia che ha dato vita alla repubblica ha anche ricordato la pacificazione voluta da Togliatti.
La Resistenza fu un momento edificante in cui si affrontarono i sostenitori della democrazia, della giustizia sociale contro gli adulatori della tirannia di cui furono loro stessi le prime vittime. Quei valori di libertà e giustizia - ha concluso Mazzoli - vivono con Noi.
Il sindaco Gabbianelli ha sottolineato come il 25 aprile vanno ricordati gli uomini e le donne che con il loro sacrificio hanno permesso il prevalere della democrazia. Dopo aver ringraziato per il suo intervento Mazzoli. Cè stata la contestazione con un gruppetto di persone che ha intonato Bella ciao oscurando la voce del sindaco.
Cè chi - ha commentato il sindaco dal microfono - ricorda il 25 aprile con un momento di riflessione e chi vuole farlo con canti che dividono, rifiutandosi di guardare avanti e continuando.
Dal canto loro Mazzoli e gli esponenti del centrosinistra hanno invitato il gruppetto a tacere. Ma la cosa è continuata per qualche momento.
Un episodio che, va sottolineato, non solo sgradevole, ma poco o nulla rispettoso degli stessi valori della resistenza e della lotta partigiana. Che fu lotta con molte anime e di cui nessuno può avere lesclusiva. Non basta, i valori per i quali si batterono civili e militari, nella gran maggioranza, furono quelli di democrazia e libertà. Si batterono per la creazione di uno stato in cui le istituzioni fossero rappresentative di tutti i cittadini. Fischiare ieri il sindaco, non Gabbianelli, nel bel mezzo di un discorso per molti versi equilibrato, ha anche il significato del poco o nullo rispetto per una istituzione nata dalla resistenza.
Qualcuno, insomma, si è voluto porre, da punto di vista ideologico, sullo stesso piano della concezione totalitaria che ha contraddistinto il fascismo e che la resistenza ha aspramente combattuto. Peccato!