Viterbo 27 aprile 2005 - ore 11,30 - Senza Filtro -Il clamore delle elezioni comincia a diminuire e già si sente loperoso lavoro dei negoziatori.
Sia in ambito provinciale che regionale è cominciata la trattativa riguardante cariche e candidati, le cui linee di svolgimento appaiono misteriose alla gran parte dei cittadini.
In realtà sono pochi i criteri obiettivi, primo tra tutti la misura del consenso: leletto che ha riportato più voti va premiato con un posto di grande visibilità, per cui il leader, il Presidente nel nostro caso, deve affidargli un assessorato di prestigio.
Analogo ma diverso può essere il secondo criterio di scelta, legato ad esempio allimportanza del contributo alla vittoria elettorale dato da una alleanza strategica.
Per la verità in questo caso si dovrebbe premiare più con lutilità che con la visibilità, visto che le alleanze non sempre corrispondono al nucleo storico dello schieramento, ma comunque è innegabile che nelle scelte operative anche questo criterio debba essere seguito con priorità rispetto ad altri.
Un terzo criterio, che informa di sé tutti gli altri, è la spartizione tra partiti che fa scegliere i candidati e gli incarichi per ragioni di appartenenza, tenuto conto e dei voti raccolti e delle alleanza concluse.
Come si vede, semplici regole di democrazia rappresentativa.
Ma a questo punto sorge un problema. Se è vero, infatti, che tra partiti il sistema complesso di compensazioni e concessioni reciproche porta infine ad un sostanziale equilibrio, è altrettanto vero che le aree di crisi in questo modo sono sostanzialmente ignorate, in quanto non comprese tra quelle che hanno dato più voti.
Per concludere oggi la città di Viterbo rischia di essere ignorata sia sul piano provinciale che su quello regionale.
Infatti, giustamente si tende a valorizzare il contributo in voti dato dai vari paesi della provincia alla vittoria di Mazzoli così come si tende a premiare il grande contributo di Roma città alla vittoria di Marrazzo.
Ma allora Viterbo, dove lo schieramento di centrosinistra, pur migliorando sensibilmente rispetto alle elezioni precedenti, è stato ancora una volta superato da quello di centrodestra, è destinata a conservare il posto di fanalino di coda?
Eppure in campagna elettorale abbiamo sentito porre al centro degli interessi dello schieramento di centrosinistra i problemi di Viterbo città e della Tuscia: ora sarebbe logico affidarne lo studio e la soluzione ad eletti che su quegli stessi problemi hanno centrato la loro campagna elettorale.
Sarebbe altrettanto auspicabile perciò, poter contare sia nella amministrazione provinciale che regionale su amministratori viterbesi legati in special modo alla città ed al territorio per esperienze professionali ed umane familiari e politiche.
Da quel che precede discende quindi la mia richiesta di aggiungere a tutti i criteri di scelta già noti anche il criterio di premiare la città più duramente impegnata nello scontro con la destra al potere.
Sarebbe una scelta lungimirante ed in linea con una strategia di attacco e vincente, propedeutica per la prossima campagna di conquista del Comune.
Severo Bruno