Viterbo 30 aprile 2005 - ore 0,30 - Senza Filtro - Caro direttore,
ho appreso dai giornali la storia, per me assurda, di don Enrico Righi il parroco di Bagnoregio finito in tribunale per aver affermato lesistenza di Dio e di Gesù Cristo. Don Righi è stato denunciato con laccusa di abuso della credulità popolare e di sostituzione di persona da tale professor Cascioli, autore di un testo intitolato la favola di Cristo,con il quale si vanta di dimostrare linesistenza storica della figura del Cristo.
Il professor Cascioli è libero di pensare e scrivere che Gesù Cristo non è mai esistito e che le Sacre Scritture sono false: però questa è, e rimane sempre, una sua opinione che potrà anche essere dimostrata da prove inconfutabili, ma non convince quanti come me la pensano esattamente come Don Righi.
Laspetto ancora più grottesco della vicenda, è dato dal fatto che il Cascioli sarebbe arrivato al punto di denunciare nientemeno che il procuratore Renzo Petroselli, colpevole di aver richiesto e ottenuto, come qualsiasi magistrato serio ed intelligente avrebbe fatto, larchiviazione della querela presentata dallo studioso contro il prete.
Il professor Cascioli evidentemente non ha modo migliore per occupare il suo tempo e ritiene doveroso farlo perdere anche alla Procura. Questa vicenda, che sotto certi punti di vista ha anche dei lati comici, pone come altre dei seri interrogativi.
LItalia è uno stato laico, e questo principio nessuno intende metterlo in discussione. Però proprio perché laico, ognuno dovrebbe essere messo in condizione di praticare il suo credo religioso in assoluta libertà, senza subire insulti da parte di chi, professandosi ateo, vorrebbe addirittura impedire ad un sacerdote di sostenere lesistenza di Dio e di Gesù Cristo.
Ogni giorno assistiamo ad episodi di intolleranza anticristiana, fra i quali può essere tranquillamente inquadrata anche la polemica Cascioli Righi, che i giornali locali hanno fatto bene ad evidenziare. Alcuni mesi fa, sempre a Viterbo, si verificò lepisodio del cittadino musulmano che pretendeva la rimozione del crocefisso da parte del titolare di un esercizio commerciale il quale, per tutta risposta, lo invitò ad uscire e a non entrare più nel suo locale.
Se il Cascioli invece di vivere in Italia fosse vissuto nei paesi islamici e avesse sostenuto pubblicamente linesistenza storica della figura di Maometto avrebbe rischiato seriamente la vita. In Italia questo fortunatamente non avviene e lesimio studioso sarà lasciato libero di sostenere, finché vorrà, le sue idee.
Però mi chiedo se anche noi cristianipossiamo essere liberi di vantare dei diritti, a cominciare da quello di non vedere insultata e vilipesa la nostra coscienza di credenti. Abbiamo o no il diritto di veder rispettata la nostra religione come ci viene richiesto giustamente di fare verso gli altri credi? Abbiamo o no il diritto di affermare e sostenere lesistenza di Dio? Oppure rischiamo tutti la denuncia per abuso di credulità popolare e sostituzione di persona da parte del professor Cascioli, come accaduto a Don Righi?
E ancora.
Fino a quando troveremo magistrati seri come il dottor Petroselli e i suoi colleghi della Procura di Viterbo? Fino a quando insomma potremo continuare a dirci liberamente cristiani?
Grazie dellospitalità.
Americo Mascarucci