Viterbo 3 aprile 2005 - ore 10,10 - Abbiamo chiesto a monsignor Salvatore del Ciuco, una ricostruzione della visita di Giovanni Paolo II a Viterbo.
"Valeva la pena per un Papa di venire a Viterbo" è stato il commento di Giovanni Paolo II prima di lasciare la nostra città. Ed i giovani viterbesi hanno risposto scandendo il grido: "Ritorna a Viterbo".
Era il 27 maggio 1984. Dopo 127 anni un pontefice tornava a vivere una giornata in mezzo ai viterbesi.
Il Santo Padre è infatti giunto a Viterbo, come da programma, alle 9 del mattino, sbarcando da un elicottero alla Scuola Allievi Sottufficiali dell'Esercito, sulla Cassia Cimina, dove gli sono stati resi gli onori militari.
Di lì, a bordo di un jeppone bianco, è sceso fino al carcere di Santa Maria in Gradi, dove c'è stato l'incontro coi detenuti. Ad essi papa Wojtila si è rivolto portando un messaggio di speranza spirituale, affermando di «venire a mani vuote», senza portare nessun vantaggio concreto, ma col cuore pieno di affetto e soprattutto della carità del Signore.
Alle sue parole di speranza ha fatto eco il discorso di un detenuto che ha riaffermato il desiderio di riscatto e di fede in Dio lungo il proprio difficile cammino.
Alle 10 il pontefice è giunto in Piazza. del Comune, dove erano ad attenderlo il sindaco Ascenzi con tutte le autorità cittadine, insieme al ministro degli Esteri onorevole Giulio Andreotti, ai quali egli si è rivolto con un indirizzo di saluto, a cui hanno replicato Silvio Ascenzi e Andreotti. La piazza era gremita di folla che ha applaudito a lungo le parole di saluto del Papa.
Alle 10,30 il corteo è ripartito per dirigersi verso il monastero di S. Rosa dove erano ad attenderlo le suore delle varie comunità viterbesi con le quali ha sottolineato il grande valore della loro missione e vocazione, specialmente in un momento come quello attuale in cui è tanto necessario saper coltivare le vocazioni.
Alle 11,45, nel pieno rispetto del programma, il pontefice è giunto in piazza S. Lorenzo, gremita di folla, soprattutto giovanile, che lo ha accolto con canti ed inni sacri. Dopo un breve raccoglimento all'interno del duomo, il papa ha parlato ai fedeli dall'alto della scalinata di palazzo papale, scambiando, dopo il discorso ufficiale, alcune battute fuori protocollo con i giovani. Il momento dell'Angelus e della benedizione sono stati quelli più carichi di emozione.
Alle 12,45 Giovanni Paolo II ha raggiunto il Santuario della Madonna della Quercia, dove ha incontrato il clero, trattenendosi a pranzo coi sacerdoti del presibiterio. Alle 16, sempre a La Quercia ha benedeto il Centro delle Comunicazioni Sociali «Papa Wojtyla», fondato in suo onore.
Alle 16,15 ha sostato nella Basilica di S. Francesco, da solo, dinanzi alle tombe dei papi Clemente IV e Adriano V. Poco dopo ha incontrato i malati alla chiesa della SS. Trinità ed ha reso omaggio all'antica immagine della Madonna Liberatrice che si venera nel tempio. Ha quindi inaugurato l'aula magna dell'università della Tuscia, che sorge attiguarnente al convento dei Padri Agostiniani, salutato dal corpo docente presieduto dal rettore Gian Tommaso Scarascia Mugnozza.
Alle 17,30, con un perdurante mal tempo che ha imperversato per quasi tutta la giornata, il pontefice è giunto a piazza del Sacrario, dove nonostante una pioggia battente che ha molto disturbato la partecipazione di un ampio pubblico, ha celebrato la Santa Messa dal grande altare appositamente preparato per l'avvenimento. Una insperata schiarita ha infatti permesso la celebrazione.
Alle 19,50, di nuovo nel salone del Conclave di Palazzo papale, ha incontrato gli ospiti della comunità terapeutica S. Crispino per il recupero dei tossicodipendenti.
Alle 20,30 la densissima giornata di impegni si è conclusa con l'incontro coi giovani a piazza del Comune.
Si è svolta a questo punto la parte che potremmo definire "folkloristica» della giornata papale: il pontefice ha assistito dal palazzo del Comune, da quella che la tradizione definisce la "finestra del papa" al trasporto straordinario della macchina di Santa Rosa.
Per buona parte del pomeriggio si era restati in forse sull'effettivo svolgimento della manifestazione, a causa del perdurare della forte pioggia fino a metà del pomeriggio.
Il trasporto, anche grazie alla buona volontà e all'entusiasmo dei facchini, si è potuto effettuare ed ha avuto parole di ammirazione da parte di papa Wojtila.
Si è cosi conclusa, con la partenza in elicottero dall'areoporto militare del pontefice, questa memorabile giornata.