Viterbo 11 febbraio 2005 - ore 18- "Ringrazio il collega ed amico Domenico Nania, soprattutto per aver compreso quanto mi costi, in primis dal punto di vista umano, lasciare un partito al quale ho dedicato una vita. Ma il problema è che, arrivati ad un certo punto, bisogna prendere atto della realtà. Se le battaglie non si possono più condurre dentro il partito, se questo ti viene letteralmente impedito, allora bisogna condurle fuori". Così il senatore Michele Bonatesta risponde al capogruppo di AN a Palazzo Madama, Domenico Nania.
"In altre parole, -aggiunge Bonatesta- è chi mi ha portato a compiere un gesto così estremo, sono i vari Bocchino e Rampelli, tanto per non fare i nomi, che ci devono ripensare. Non chiedo altro che sia riconosciuta la dignità della federazione provinciale di Viterbo e mia personale. Non chiedo altro che mi sia consentito di svolgere il mio ruolo e di esercitare i miei diritti. Nell'interesse del partito, e non mio. Per far crescere sempre più An, e non Bonatesta".