Viterbo 11 febbraio 2005 - ore 14,30- Me ne vado da Alleanza Nazionale. Michele Bonatesta annuncia le sue dimissioni da An, non senza un attimo di commozione, dopo aver ripercorso per filo e per segno tutta la vicenda che lo ha portato a lasciare ma... non mollare. Tutta la vicenda delle candidature che lo ha portato allo contro col partito di Roma e con quelli che lui chiama: padrini viterbesi. Gabbianelli ma soprattutto Meroi che, fa il buono, ma tira le fila di tutto, dice.
Nel corso dellaffollatissima conferenza stampa di questa mattina, nel suo ufficio in Via Saragat, il senatore ci tiene a spiegare tutto per filo e per segno. Tantissime parole, dopo giorni di silenzio.
Ma è meglio chiarire i dati politici della questione.
Il motivo.
Mi sono dimesso - ha spiegato Bonatesta - non per interesse personale, come qualcuno a voluto far credere. Non centrano nulla le garanzie per una mia eventuale ricandidatura. Non le ho chieste. E non ha senso chiederle. Mi sono dimesso per difendere lautonomia del partito da Roma. Da Rampelli che sta lavorando per mettere le mani sulle federazioni locali e diventare la controparte di Storace. Dai padrini viterbesi: in testa Meroi e poi Gabbianelli. Gli interventi di Roma sulle candidature sono inammissibili per statuto e avrebbero messo sotto tutela la federazione. Avevo detto che se entro giovedì non avessero dato lok alle candidature mi sarei dimesso e lho fatto, per difendere la dignità della federazione di Viterbo. E va detto che le candidature erano tutte nellinteresse del partito e non delle diverse componenti. E per questo che le altre componenti ci sono venute contro.
Insomma, un motivo nobile.
Da che cosa si è dimesso.
Fin dallincontro di Roma dellaltro giorno avevo consegnato, senza sbatterle sul tavolo - tiene a sottolineare -, le liste, le chiavi della federazione e virtualmente la tessera del partito. Sì, perché da quando sono senatore non mi viene più consegnata materialmente. Tutti quindi sapevano che stavo per dimettermi da presidente della federazione. Che stavo uscendo dal partito e dal gruppo in senato. Lo sapeva La Russa, lo sapeva Nania... Lo sapevano tutti. Ed è quello che ho fatto.
Cosa succede sul piano politico amministrativo.
Oggi nasce un movimento nuovo. Un movimento aperto anche a quelli che sono delusi negli altri partiti della Casa delle libertà. Anche se non sono disponibile ad allearmi con Ugo Gigli. Sto allestendo una lista autonoma per le provinciali. Andremo da soli fino in fondo e pensiamo di vincere. Una cosa è certa non andremo mai ad un accordo con An. I nostri uomini (quelli di Destra sociale, ndr) rimarranno tutti ai loro posti si tratti di sindaci, assessori, consiglieri o vertici di enti. Nessuno si dimetterà. Il nostro movimento non è un gioco, parte con un senatore, sindaci, assessori, consiglieri e amministratori. I nostri consiglieri comunali, dove governa la Cdl, valuteranno di volta in volta i provvedimanti presi e voterranno a favore se saranno nell'interesse dei territori e dei cittadini, altrimenti voteranno contro.
Si arriva poi alla questione più strategicamente e politicamente sagace.
Abbiamo chiesto a Laura Allegrini di rimanere in Alleanza nazionale e la appoggeremo alle regionali. Cosa che faremo, ovviamente, anche per Storace.
Una mossa che rende la fuoriuscita di Bonatesta pericolosissima per An.
Insomma, Bonatesta lascia ma non molla.
Tra i presenti alla conferenza stampa e quindi fuori da An: Andrea Scaramuccia, Bruno Barra, Remo Pannucci, Massimo Pierangeli, Nazzareno Nucci, Stefano Caporossi, Luca Cannone, Giovanni Bartoletti, Fulvio Medici.