Dodici giurati devono giudicare un ragazzo accusato di parricidio. Chiusi in una stanza, come prescrive la legge, in un'afosa giornata estiva, undici di essi, certi della colpevolezza, sono pronti a liquidare rapidamente il verdetto per il giovane e tornarsene a casa. Uno solo di loro non è convinto sulla condanna dell'imputato e, con una finezza psicologica pari alla sagacia dialettica, cerca con tenacia di convincere gli altri a votare per la non colpevolezza, smantellando la superficialità e i pregiudizi dei suoi colleghi nel nome di "un ragionevole dubbio".
E' un testo che denuncia le insidie del sistema giudiziario con una straordinaria tensione dell'impianto narrativo la cui unità di luogo e di tempo, lungi dall'impoverire la vicenda, esalta la dimensione inquieta e claustrofobica. Il copione sfrutta ottimamente molti elementi importanti: le testimonianze, incredibilmente contrastanti, rievocate e interpretate da ogni giurato; il rapporto fra un membro e l'altro della giuria in un caso di vita o di morte; il tipo emotivo di ogni singolo giurato; alcuni problemi materiali come il tempo, l'orario e la scomodità della stanza.
In "Dodici uomini arrabbiati" sono chiaramente contenuti importanti messaggi di democrazia, di giustizia, di responsabilità sociale, di oppressione dei tempi sugli individui che li vivono. Lo scrittore commediografo e sceneggiatore statunitense Reginald Rose è stato tra i più richiesti dalla televisione e dal cinema americano negli anni '50, è morto nel 2004 in un ospedale del Connecticut all'età di 81 anni. E considerato uno dei precursori di quello che decenni più tardi sarebbe stato chiamato il "legal thriller".
Il successo di Rose è associato al romanzo "La parola ai giurati" (1954), che divenne, nel giro di breve tempo, un testo teatrale, un telefilm e un film diretto da Sidney Lumet con Henry Fonda nel 1957. Una seconda versione del film fu realizzata nel 1997 da William Friedkin con Jack Lemmon. Rose è anche l'autore del fortunato "I quattro dell'Oca selvaggia", da cui nel 1978 è stato tratto l'omonimo film di successo del regista Andrew McLaglen con Richard Barton e Roger Moore.