Viterbo 12 febbraio 2005 - ore 17,30- Quando lacqua stagna si forma un acquitrino. E negli acquitrini nascono le zanzare. Noi vogliamo mandar via un po di zanzare. Ugo Gigli è pronto a dare battaglia e spiega con una metafora la filosofia che guida il suo gruppo e le sua Lista per la Tuscia.
E pronto il nome della lista, è pronto il logo due semicerchi uno verde, laltro rosso su fondo bianco. Come dire un tricolore e due specie di parlamentini. E pronto lo slogan Per una grande Tuscia. E già stampato il manifesto con limmagine di Ugo Gigli abbronzato. Insomma, mentre da parte degli ambienti di Forza Italia, anche molto vicini al fratello Nando, si pensava che Ugo avrebbe detto, avrebbe detto ma poi..., lui ha già bello e preparato tutto. Compresa una sede elettorale non proprio parca e una lista che per ora non svela.
Abbiamo avversari potenti, un po di pretattica mi tocca farla, spiega lui sornione e sorridente.
Come dire i nomi ci sono ma per ora li tengo nascosti, anche perché, lui non lo dice, ma ovviamente per ogni nome svelato partirebbe un'azione di recupero dallaltra parte.
La nostra lista - spiega Ugo Gigli - vuole essere una opportunità per questa provincia, un motivo in più per andare a votare. Faremo la nostra parte con impegno, andando a riempire lo spazio lasciato vuoto dai professionisti della politica. Noi che non abbiamo fatto mai politica in prima persona.
Come dire un imprenditore al servizio della politica, ma solo perché si vive una situazione anomala di stagnazione e di asservimento alla politica romana.
Gigli arriva poi al nocciolo della questione. Al perché della sua decisione di concorrere alla presidenza della provincia.
Non si può consentire che un signore di Roma (Tajani, ndr) mandi un altro signore di unaltra regione (Viceconte, ndr) con il compitino già scritto sul futuro della Tuscia. E il tutto senza ascoltare minimamente le nostre ragioni.
Insomma per Gigli è questo il motivo di fondo che lo ha spinto a presentarsi: dentro Forza Italia tutto viene deciso a Roma sulla testa dei viterbesi.
Sono poi partite le domande.
Cosa vi siete detti con suo fratello Nando?
Non ci siamo detti nulla, lui in questo momento è impegnatissimo per le elezioni regionali. In ogni caso una cosa sono gli affetti, altra cosa la politica. Io, però, lo so a cosa volete mirare. Gira la favola per cui i due Gigli, questi due guitti, si sarebbero messi daccordo così: uno conquista la Provincia e laltro la Regione. Purtroppo non è così.
Chi voterà alle regionali?
Mio fratello. Io personalmente. ovviamente.
E suo fratello la voterà?
Non lo so. Bisognerebbe chiederlo a lui. Ma forse nel segreto dellurna... chissà.
Cosa farete al ballottaggio?
Noi puntiamo al vincere, al ballottaggio vedremo. Per ora non abbiamo collegamenti con nessuno. In ogni caso faremo accordi solo con chi veramente vuole cambiare in questa provincia.
Della candidatura Battistoni cosa pensa?
Contesto il metodo con cui è stata scelta.
Si ferma un attimo a riflettere e poi non può evitare una battuta: Battistoni è un ottimo candidato. Se avessi potuto scegliere io il mio avversario, avrei scelto lui.
Con Santucci cè un accordo?
Ad oggi non cè nessun accordo.
Perché un elettore dovrebbe votare per lei?
Perché il nostro è il programma di chi ha fatto da sempre impresa. Fatto di cose concrete da fare, di prospettive, non di sogni. E poi mi sembra ci sia una carenza di leadership. Per cambiare le cose, per cambiare le idee, bisogna anche cambiare gli uomini sulle cui gambe viaggiano.
Ma quanta gente portate via a Forza Italia?
Il problema non è questo. Ma siamo in molti.
Allennesima domanda sui rapporti con Forza Italia, Gigli se ne esce con una specie di rivelazione.
Anche noi siamo di Forza Italia.
Ma non avete restituito la tessera?
No. E nessuno ce lha tolta. Se qualcuno vuole buttarci fuori dovrà buttarne fuori molti.
Non manca una domanda su Viceconte a cui sarebbe stato assegna già il collegio poarlamentare Vt2.
Quel collegio è stato promesso a tutti: Marini, Socciarelli, Equitani. Ora mi dicono che lo vogliono assegnare a Viceconte. Intanto va detto che quel collegio non è sicuro. Era buono per Nando Gigli con dietro un partito unito. Ora, che venga pure Viceconte, tanto siamo terra di conquista. Noi faremo di tutto per non farlo vincere. Questo è il modo di fare che contestiamo: due persone a Roma che decidono tutto senza neppure ascoltarci.
Poi ancora una sottolineatura.
Questi vogliono decidere tutto da soli, Quando hanno visto che perdevano il controllo del partito sono andati a Roma a chiedere il commissariamento. Ma dove mai si è visto che chi dirige un partito chiede il proprio commissariamento?.
Insomma si prepara una bella battaglia...
Alla presentazione della lista erano presenti tra gli altri: Antonio delli Iaconi direttore dell'Associazione industriali, Ivano Morucci per la Coldiretti e Beno Salvatori.