Viterbo 12 febbraio 2005 - ore 10,30- Senza Filtro - LAlto Lazio può vantare, oggi, due realtà dinamiche con grandi prospettive di sviluppo: il porto di Civitavecchia, i cui lavori di ampliamento lo rendono uno degli scali più importanti del Mediterraneo, e lUniversità della Tuscia, che, con i 10.000 studenti iscritti, si posiziona tra gli atenei più importanti nel Centro Italia. Queste realtà possono però crescere e concorrere in modo significativo allo sviluppo degli altri settori delleconomia solo in presenza di un sistema viario e ferroviario efficiente.
Cè bisogno, prima di tutto, di collegamenti veloci con Roma e di collegamenti trasversali, per mettere in comunicazione Civitavecchia e Viterbo con regioni come lUmbria e le Marche e con i poli infrastrutturali di Orte e Terni. E quanto ha affermato Giuseppe Parroncini, consigliere regionale Ds, che ha parlato, ieri pomeriggio, a Civitavecchia, al primo dei due convegni sulleconomia dellAlto Lazio promossi dalla Compagnia Portuale di Civitavecchia, dal Gruppo Progetto per Vejano, dal Comitato per la difesa e lo sviluppo della ferrovia Civitavecchia - Capranica - Orte, dal Comitato Pendolari Litoranea Roma Nord e dal Comitato Ferrovieri di Civitavecchia. Il prossimo appuntamento sarà a Vejano il 5 marzo.
Purtroppo, non si è intervenuto, negli ultimi anni, sul sistema infrastrutturale. Il ritardo è grave e lAlto Lazio rischia di essere sempre meno competitivo rispetto alle realtà limitrofe ed alle altre regioni dove invece si investe sulla viabilità e sui trasporti, aiutando leconomia a crescere, ha sottolineato Parroncini, molto critico nei confronti della Regione Lazio, che ha trascurato completamente -ha detto- questo territorio, al punto che il sistema viario e ferroviario non solo non è stato ammodernato, ma ha subito un degrado evidente, cosicché il nord del Lazio è stato isolato ancora di più.
Il consigliere regionale ha ricordato la situazione della provincia di Viterbo: le due opere viarie promesse, lammodernamento della Cassia e la Trasversale Viterbo - Civitavecchia, sono rimaste al palo, senza progetto e senza finanziamenti. E, lo scorso ottobre, il Cipe ha inserito due sole opere, per il Lazio, nel programma 2005, la Fiumicino - Terracina e la Cisterna - Valmontone, lasciando a secco il nord della regione.
La stessa cosa vale per le ferrovie. I progetti di ammodernamento riguardano il raddoppio della tratta Cesano - Bracciano della linea Viterbo - Roma e la trasformazione in metropolitana di superficie del tratto Roma - Riano della Roma - Civita Castellana - Viterbo. I lavori si fermeranno dunque in provincia di Roma, senza toccare lAlto Lazio -ha denunciato Parroncini-. Una situazione di vero e proprio abbandono e disinteresse. Emblematico il caso della linea ferroviaria Civitavecchia - Capranica - Orte, abbandonata nel 1961, i cui lavori di ristrutturazione, avviati nel 1984 per un importo di 200 miliardi delle vecchie lire, sono stati poi interrotti e non sono più ripresi. Cè bisogno di mettersi al lavoro. Non cè prospettiva per leconomia, per il tessuto imprenditoriale dellAlto Lazio, se permane il punto critico rappresentato dalla scarsa dotazione infrastrutturale.