Viterbo 16 febbraio 2005 - ore 1,20 - Senza Filtro - "Mi sia consentito di fare un appello alle coscienze di ognuno di noi, ancor prima che alle legittime posizioni politiche che giustamente potrebbero dividerci. L'evidenza non può essere negata, nessuno può minimizzare quanto avvenuto qualche domenica fa: lo svolgimento delle elezioni in Iraq. La prima volta di esercizio della democrazia in quel Paese, il modo massiccio in cui la gente ha risposto, mettendo da parte la paura per il desiderio della libertà. Con le donne avanti a tutti". Lo ha detto il senatore di AN Michele Bonatesta, componente della commissione Difesa e relatore del decreto sul rifinanziamento della missione in Iraq, intervenendo nell'aula di Palazzo Madama.
"Un momento decisivo -ha continuato il senatore- che non può rimanere isolato. Che non sarebbe stato possibile senza la presenza in Iraq anche dei nostri soldati. Che ha dato un senso, anche se doloroso, ai nostri morti di Nassyria, alla morte del nostro elicotterista, tra l'altro della mia città, Viterbo, ultima giovane vita immolata nel segno della libertà e della democrazia. Se il nostro contingente, oggi, si ritirasse senza aver portato a compimento quello che era il progetto iniziale, vale a dire l'esercizio stabile della democrazia, -ha sottolineato l'esponente di AN- tutti questi ragazzi sarebbero morti inutilmente. Il dolore delle loro famiglie, il nostro dolore, resterebbe inevitabilmente senza un perché. La loro morte resterebbe senza un perché".
"Ecco il motivo per cui sono fermamente convinto che oggi, tutti noi, -ha aggiunto Bonatesta- dovremmo dare il nostro assenso alla proroga della missione sino al 30 giugno del 2005. Perché ce lo chiedono gli iracheni. Perché è un nostro dovere consolidare ciò che abbiamo già costruito".
Il senatore ha rimarcato che "non c'è nessuno che voglia rimanere in Iraq un solo minuto in più del necessario, ma a questo si sta già lavorando. Il ministro degli Esteri, Gianfranco Fini, è stato chiaro: "Chiedere ora il ritiro dei soldati significa far cadere nel vuoto lappello di Kofi Annan alla comunità internazionale di collaborare alla transizione verso la democrazia". Riflettiamo anche su questo, prima di prendere decisioni -ha concluso Bonatesta- che potrebbero contrastare con la nostra coscienza di persone libere".