Viterbo 16 febbraio 2005 - ore 17,10 - Senza Filtro - Se potevamo ancora nutrire qualche dubbio sulla vocazione verticistica e sullorientamento neocentrista della Margherita viterbese, alcune vicende recenti si sono incaricate di fugarlo con decisione.
Proviamo ad elencarle succintamente.
1) A Tarquinia, a causa delle posizioni prevalenti nellunico circolo della Margherita, ritenuto probabilmente non sufficientemente allineato rispetto alla segreteria ed alla maggioranza che la sostiene, il segretario provinciale Mariani ha pensato bene di nominare un delegato di collegio di sua fiducia per le trattative con gli altri partiti del centrosinistra, esautorando il presidente della locale convenzione comunale democraticamente eletto, Giancarlo Capitani.
Peccato che la figura del delegato di collegio possa giustificarsi in collegi comprensivi di più centri urbani, non certo in un collegio monocentro come Tarquinia.
Come al solito, la democrazia ed i suoi balsami sono vocaboli mirabili da declamare; limportante è che non si trasfondano in comportamenti concreti e prassi quotidiana.
Per la cronaca, Capitani si è dimesso per protesta contro il deplorevole trattamento riservatogli.
2) Durante la recente presentazione dei candidati della Margherita al consiglio provinciale, il bravo presentatore della manifestazione ha arringato la folla invocando il ritorno della Democrazia Cristiana e ricevendo lentusiastica adesione di buona parte di questultima, in prevalenza pensionati residenti a Capranica.
Ci piace sottolineare tale episodio per evidenziare lo scivolamento della Margherita viterbese su posizioni di retroguardia, in palese contrasto con le sue origini uliviste.
Il prossimo congresso nazionale sarà loccasione giusta per chiarire la natura di questo partito che, francamente, ci appare sempre più enigmatica.
3) Una menzione solenne, infine, la merita il riconosciuto leader della Margherita viterbese, lOn. Giuseppe Fioroni. Assurto alle cronache nazionali come braccio armato dellOn. Franco Marini si è appena reso protagonista di una piroetta che gli varrà senzaltro il titolo di miglior acrobata dellanno.
Le originarie posizioni pacifiste ad oltranza gli hanno assicurato in passato lapprezzamento di ampi settori della sinistra viterbese, i quali non hanno esitato a dare il via libera ad ardimentose operazioni elettorali sotto la sua sapiente regia. Basti pensare al caso di Civita Castellana. Già allora, però, si potevano sentire sinistri, anzi
destri scricchiolii in quel di Nepi, sub specie di festeggiamenti a base di saluti romani al neosindaco di minoranza targato Margherita.
Oggi, emarginata la minoranza interna e scaricati i malcapitati che erano stati utilizzati per sviluppare relazioni a sinistra, nella Margherita viterbese si coltiva una linea apertamente neocentrista con la valorizzazione dei fedelissimi.
Il sofferto percorso di conversione del nostro si è concluso negli ultimi giorni attraverso una discutibile esegesi delle recenti dichiarazioni di Kofi Annan, dalla quale alcuni progettisti nazionali del nuovo centro sono partiti lancia in resta per affermare una sorta di ipoteca sullUlivo.
La conta, però, nonostante limpegno profuso, è andata peggio del previsto: soltanto 32 voti favorevoli allastensione sul rifinanziamento della missione in Iraq, numeri che hanno fatto parlare Romano Prodi non tanto della formazione di una minoranza interna, quanto della nascita di un rametto.
Pronta la replica del valente acrobata, che ha parlato di un rametto fecondo, capace di dar vita ad un grande partito riformista.
Se lo dice lui, cè senzaltro da credergli per la superiore conoscenza delle specie botaniche ormai maturata.
Sotto lUlivo di Prodi, pertanto, si appresta a crescere questo ultimo innesto, dalla posizione indefinita, ma comunque ad elevata variabilità geometrica, il rametto
con lelmetto.
I COMPONENTI DELLASSOCIAZIONE CON PRODI PER LULIVO