Viterbo 1 febbraio 2005 - ore 17,30 -La Regione Lazio non può far finta di niente. Deve attivarsi al fine di garantire lesecuzione di interventi per la manutenzione straordinaria e per la messa a norma della struttura che ospita il Centro di Salute Mentale ed il Centro Diurno del Distretto di Vetralla. E gravissimo lo stato di abbandono nel quale si trovano i locali dove sono accolte le persone con disagio psichico. E quanto sostiene Giuseppe Parroncini, consigliere regionale Ds, che questa mattina, dopo aver esaminato la documentazione sul caso consegnatagli dal presidente della Consulta Dipartimentale per la Salute Mentale, Vito Ferrante, ha presentato al presidente della giunta regionale e allassessore alla Sanità una interrogazione.
La denuncia della Consulta, che nel 2001 aveva sollevato il problema dei Centri Diurni e tuttora è in attesa di risposte concrete, è piuttosto pesante. In effetti, siamo in presenza di una situazione davvero intollerabile, nella quale si nega a coloro che soffrono disagio psichico il diritto alla cura e allaccoglienza in un servizio pubblico adeguato e si umiliano le professionalità degli operatori -osserva Parroncini-. Lo stesso direttore generale della Asl aveva riconosciuto lurgenza ed inderogabilità di eseguire gli interventi di manutenzione straordinaria e messa a norma ed aveva chiesto al Comune di Vetralla di concedere in comodato gratuito allAzienda, per un periodo non inferiore a venticinque anni, i locali dove sono ubicati i servizi (che sono di proprietà del Comune), manifestando la disponibilità ad effettuare, in caso di risposta positiva, i lavori necessari. Ma, dopo lapprovazione, da parte del consiglio comunale di Vetralla, della convenzione di comodato duso gratuito alla Asl di Viterbo, per la durata di venticinque anni, delledificio in questione, non solo non è iniziata alcuna opera di manutenzione, ma lo stesso direttore generale dellAzienda avrebbe dato mandato al responsabile del Centro di Salute Mentale, di trovare nuovi locali in affitto.
Intanto, si lavora in una situazione sempre più di emergenza. Ho riproposto, nellinterrogazione, i problemi segnalati dagli stessi operatori allinizio dellanno: sono precarie le condizioni dellimpianto elettrico e di riscaldamento, tanto che, sostengono gli operatori, vengono spesso a mancare i requisiti minimi di sicurezza e di salubrità ambientale previsti dal decreto legislativo 626/94; inutilizzabili i servizi igienici, a causa delle infiltrazioni di acqua dal tetto e dai muri verificatesi lo scorso 27 dicembre; lunico bagno a disposizione nella struttura, peraltro condiviso con gli utenti, è privo di illuminazione e non vi si può accedere nel turno pomeridiano; la pavimentazione interna è sconnessa, con grave pericolo per gli utenti, mentre quella esterna è resa scivolosa dalla formazione di ghiaccio. Si può restare indifferenti di fronte a tutto ciò?, chiede il consigliere regionale.
Ha ragione la Consulta: non ci sono più i tempi per soluzioni provvisorie. Devono essere effettuati gli interventi di manutenzione nellattuale struttura, che peraltro dispone di una ampia cubatura ed è circondata dal verde. Di più. Bisogna lavorare -conclude Parroncini- per un progetto di potenziamento dei servizi nella sede attuale.