Viterbo 25 febbraio 2005 - ore 0,55 -Senza Filtro -Lidea di sanità del centrodestra? Il sistema sanitario pubblico e solidale è un costo insopportabile e va tagliato. Ed infatti in questi anni, anche nella Tuscia, la Regione e la Asl hanno proceduto a colpi di ridimensionamento dei servizi, come hanno denunciato ieri anche i sindacati dei medici. E necessario invertire questa tendenza, ripristinare il principio che la sanità è un grande sistema di protezione sociale, ma anche un grande sistema produttivo con una chiara missione: la salute. Il rilancio della sanità pubblica passa anche attraverso un patto con gli operatori e la valorizzazione delle risorse umane. Così Giuseppe Parroncini, consigliere regionale Ds.
Non si può consentire che abbia la meglio la visione della sanità di una Regione che ha venduto gli ospedali e che ha persino imposto il ticket sui farmaci, con lunico effetto di avere colpito il reddito di centinaia di migliaia di persone la cui unica colpa è quella di stare male e di avere bisogno di cure, perché la spesa sanitaria non solo non è diminuita ma è aumentata e la Asl di Viterbo -prosegue il consigliere regionale- continua ad accumulare debiti per 7 milioni di euro ogni mese.
Credo che su un aspetto sollevato dai sindacati e sul quale è intervenuto anche Alessandro Compagnoni, primario di Medicina a Belcolle, si debba puntare grande attenzione: se ancora abbiamo un sistema pubblico, lo dobbiamo allo sforzo degli operatori, unito a quello dei sindacati e delle associazioni di tutela dei diritti. Invece, gli operatori, oggi, non sono valorizzati, spesse le loro competenze vengono mortificate, come ho potuto constatare durante le visite effettuate negli ospedali e nei Distretti. Secondo i dati della Corte dei Conti relativi al 2002 e 2003, la spesa per il personale, nella sanità laziale, è aumentata -sottolinea Parroncini- soltanto dell1 %, mentre la spesa di beni e servizi ha avuto un incremento del 7 %. Cosa cè dietro questi numeri? Cè la tendenza in atto a non fare più concorsi, ma ad affidare consulenze doro, come hanno ribadito ieri i sindacati. E la Asl di Viterbo si distingue, nel Lazio, per il numero di consulenze affidate. Ma, accanto a questo, ci sono le esternalizzazioni, lutilizzo di personale esterno, in genere precari ed interinali, per servizi essenziali quotidiani negli ospedali e delle strutture sanitarie. Ormai si esternalizzano lattività infermieristica, i Cup, lassistenza domiciliare.
La Asl ricorre sistematicamente ad operatori assicurati da agenzie di vario tipo, che, a parità di lavoro, guadagnano meno dei loro colleghi di turno. Purtroppo, la flessibilità in sanità ha significato trasformare il lavoro stabile in impiego precario, con tutto ciò che ne consegue. Insomma, nel pianeta sanità occorrono politiche incisive e coraggiose -conclude il consigliere regionale- per determinare un rapido cambiamento di rotta e garantire il diritto alla salute.