Viterbo 26 febbraio 2005 - ore 12,50 -Si può definire una giornata storica per lUniversità della Tuscia di Viterbo che ha ospitato 67 conservatori in beni culturali cinesi venuti in Italia ad esporre il lavoro di recupero e salvaguardia dei loro beni culturali. Sono stati tutti formati dagli esperti della Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali dellAteneo viterbese da tempo impegnati in Cina.
Nel chiudere i lavori di questa il Magnifico Rettore, Marco Mancini, ha auspicato vivamente il proseguimento della collaborazione della Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali a sostegno del Sino-italian Training center di Pechino e del Centro Nazionale per la Conservazione dei Beni culturali così come richiesto dai colleghi cinesi; ha assicurato tutte le risorse umane e scientifiche che si riterranno utili; infine, rispondendo al desiderio da parte cinese, il Rettore ha auspicato che si creino delle relazioni strette fra lAteneo-Facoltà di Conservazione i Beni Culturali- e le Università di Xian e di Pechino e si avviino accordi con il nuovo Centro per la Conservazione che è stato creato in seno allAccademia sinica delle scienze sociali.
Da parte dei responsabili della delegazione cinese (la più numerosa mai venuta in Italia dalle Olimpiadi del 60) è giunta la precisa richiesta di continuare a collaborare, per la salvaguardia del patrimonio culturale cinese, e a rinnovare la sinergia che ha visto lIs.I.A.O (Istituto Italiano per lAfrica e lOriente) e lUniversità della Tuscia-Facoltà di Conservazione dei beni Culturali- svolgere il progetto affidato loro dal Ministero Affari Esteri- Cooperazione allo sviluppo. Il momento è quanto mai propizio anche dal punto di vista politico-culturale. Il governo cinese ha eletto le tematiche connesse al Patrimonio culturale fra le sei aree prioritarie; da parte italiana, la Cooperazione allo Sviluppo è molto sensibile a strategie di sviluppo in questa prospettiva; il 2006 è stato lanciato dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi quale anno dellItalia in Cina.
La giornata di studi svolta allAula Magna del rettorato si è aperta con la presentazione del progetto da parte dei coordinatori Mario Micheli e Zhan Changfa, e la proiezione del documentario che ha consentito di seguirne passo passo le varie fasi: la progettazione degli spazi e dei laboratori nella sede di Pechino e il loro allestimento, i momenti dellinsegnamento teorico e lapproccio al restauro dei manufatti, infine la straordinaria esperienza condotta nei 90 giorni allinterno dei tre cantieri didattici scelti in siti storicamente e artisticamente importanti nella città di Luoyang. Come è stato riconosciuto da Xiao Dong , ciò che ha reso lesperienza compiuta dai 67 allievi assolutamente eccezionale e preziosa è laver potuto seguire il progetto in tutta la sua durata e completezza, dallinizio alla fine.
Poi cè stata la tavola rotonda Patrimonio culturale e formazione, diretta da Maria Andaloro, è stata ricca di interventi appassionati e coinvolgenti. Sè discusso molto intorno al tema della formazione dei restauratori e di quanti operano nel mondo della tutela, della conservazione, della valorizzazione dei Beni Culturali in un confronto serrato fra lesperienza italiana, che, comè noto, è molto consolidata, culturalmente avanzata, ma oggi in via di ridefinizione, e la volontà del mondo culturale cinese desideroso di impegnarsi a fondo per dotare il proprio paese di restauratori e figure professionali con una formazione critica e tecnologica di qualità.