Viterbo 2 febbraio 2005 - ore 18,30 -Il caso della cartolarizzazione degli ospedali delle Asl del Lazio è arrivato in Parlamento, grazie ad una interrogazione rivolta al ministro dellEconomia e delle Finanze da Vincenzo Visco, ministro delle Finanze nel precedente governo. Il parlamentare dei Ds ha sollevato perplessità e forti preoccupazioni e ha chiesto se il Ministero competente sia a conoscenza dellammontare delle operazioni e degli effetti contabili da queste prodotti sui conti della pubblica amministrazione, evidenziando il rischio che lo spostamento al futuro di debiti presenti possa compromettere la reputazione, già scossa, del debito pubblico italiano presso le agenzie di rating e la comunità internazionale.
E una iniziativa importante, questa di Visco, il quale propone a livello nazionale un caso che abbiamo denunciato da tempo -osserva Giuseppe Parroncini, consigliere regionale Ds-. La Regione ha venduto gli ospedali della Regione. Meglio, siamo in presenza non proprio di una vendita, ma di un leasing finanziario. In pratica, un pool di banche e soggetti privati hanno acquistato tutti gli ospedali del Lazio, che la Regione riscatta in 30 anni, pagando un affitto, cioè una rata di leasing annuale per 30 anni. Quale effetto produrrà questa operazione? Storace ha euro freschi per arrivare alla campagna elettorale, cerca, insomma, di tenere in piedi la sanità regionale fino al prossimo aprile. Il guaio è che, dopo, ci sarà una voragine immensa di debiti da pagare.
E bene che, in attesa della risposta del ministro, si sappia intanto quanto ha incassato la Asl di Viterbo dalla vendita degli ospedali e con quali soldi viene pagata la rata di leasing. Per questo, chiederemo -dice Parroncini- che siano resi pubblici gli atti relativi alla cartolarizzazione dei beni nella provincia di Viterbo.
Nel testo dellinterrogazione, Visco spiega così liniziativa della Regione Lazio: Nel 2002, la Regione realizzò una operazione finanziaria consistente nella vendita (apparente) degli ospedali della Asl e nel loro successivo riaffitto, utilizzando a tal fine delle società/fondazioni veicolo olandesi facenti capo, in realtà, alla stessa Regione, le quali hanno poi cartolarizzato i beni tramite diverse successive emissioni di titoli, i cui interessi vengono pagati dai fitti che le Asl versano per luso degli ospedali, ricevendo peraltro i denari dal bilancio della Regione. Sicché si è posta in essere una finta vendita con un costo netto sicuro, al solo fine di utilizzare i proventi relativi, per rientrare contabilmente nei livelli della spesa sanitaria previsti. Loperazione -dice, in sostanza, Visco- ha realizzato una dismissione di patrimonio i cui proventi servono a finanziare la spesa sanitaria corrente e che, al tempo stesso, ha comportato un trasferimento di debito dalle gestioni presenti a quelle future, alleviando le prime e disinteressandosi delle seconde.
Un altro aspetto sollevato dal parlamentare dei Ds riguarda la cartolarizzazione dei crediti dei fornitori delle Asl. Anche in questo caso, si migliorano apparentemente i conti delle gestioni correnti e si scaricano gli oneri su quelle future -osserva Visco-. Si trasforma, infatti, il debito pubblico in debiti privati (delle banche) che la Regione si impegna a restituire a rate nel corso di un congruo numero di anni, ottenendo così solo un risultato politico in vista delle prossime elezioni regionali.