Camera di Commercio - Ferindo Palombella: "Buono il dato delle società di capitali. Troppe le aziende che aprono e chiudono annualmente" In leggera crescita il numero di imprese
Viterbo 3 febbraio 2005 - ore 18,30 -Senza Filtro - Dati confortanti per leconomia della Tuscia Viterbese, che si conferma in leggera crescita anche rispetto alla media nazionale. E quanto emerge dallanalisi del numero di imprese iscritte nel Registro della Camera di Commercio di Viterbo nel 2004.
Landamento positivo è testimoniato dalle 2.382 nuove imprese che hanno aperto i battenti e dalle 2.225 che hanno cessato di operare, generando un tasso di crescita complessivo pari allo 0,3%. Rilevazione che fornisce un panorama ancor più roseo se, come è consuetudine, viene considerata al netto dellagricoltura, manifestando un tasso di crescita positivo pari al 2,3%, mentre il dato nazionale e regionale corrisponde al +2,1%.
Oltre alla crescita numerica, si registra ancor di più una crescita qualitativa e strutturata delle imprese viterbesi. Lindicatore di questo trend è dato dal numero di società di capitali che, tra il 1999 ed il 2004, ha prodotto una crescita complessiva del 49,7%.
Analizzando nel dettaglio la situazione nei diversi settori economici si evidenziano alcune importanti differenziazioni: lagricoltura a causa delle cancellazioni di imprese individuali dovute a ragioni di natura amministrativa e a qualche accorpamento dazienda, fa registrare una consistente flessione pari al -2,8%. E evidente un discreto calo (-1,5%) delle attività manifatturiere, allinterno di questa macrovoce decrescono quasi tutte i comparti. Un interessante progresso, anche per questo periodo, è stato realizzato dal comparto delle costruzioni, che con 354 nuove imprese iscritte nel periodo mette a segno un tasso di sviluppo del 2,3%. Anche il settore del commercio fa registrare un balzo in avanti, + 0,6%, anche se seguita il fenomeno che ha caratterizzato il settore nellultimo periodo, lelevato numero di cessazioni dovuto presumibilmente alle troppe attività avviate senza la necessaria esperienza e progettazione.
Tra i settori più dinamici, si confermano quello dellintermediazione monetaria e finanziaria, con un +0,6%, e soprattutto quello definito dei servizi alle imprese con una crescita dell1,7%. Anche il settore dellistruzione, seppur con volumi modesti, evidenzia un tasso di sviluppo consistentemente positivo, 1,3%. Per il settore degli alberghi, bar e ristoranti si deve fare un discorso a parte, perché pur denotando un tasso iscrizioni-cessazioni negativo a causa di modifiche nella forma giuridica e nei comparti che compongono il settore principale, presenta, rispetto allo scorso anno un incremento di imprese registrate.
Se si va a considerare il movimento anagrafico per forma giuridica sorprende positivamente la crescita del numero di società di capitale, che si confermano le più dinamiche, con un tasso che ha raggiunto il +6,8%. Mentre con un +0,8% le società di persone, bilanciano in parte le flessioni fatte registrare dalle imprese individuali (-0,5%) e dalle imprese con diversa forma giuridica (-1,9%).
Le imprese individuali segnano una diminuzione nonostante lelevato numero di iscrizioni di extracomunitari, che, mediante questa forma giuridica, sempre più numerosi si rivolgono, nella Tuscia, al lavoro autonomo.
Stiamo ricevendo da questi dati dichiara Ferindo Palombella, presidente della Camera di Commercio di Viterbo indicazioni che esprimono una lenta ma costante crescita della cultura di impresa, come dimostra lincremento del numero di società di capitali nel 2004. Tuttavia non dobbiamo trascurare continua Palombella il tasso elevato di imprese che ogni anno aprono e chiudono, superiore alla media regionale e nazionale. Il segnale inequivocabile della dinamicità imprenditoriale ma anche delle difficoltà incontrate dagli operatori economici nel riuscire a far radicare le loro attività in questo territorio. Come Camera di Commercio di Viterbo da alcuni anni siamo impegnati in un programma che mira al contenimento delle spese da parte delle imprese. Nonostante ciò tale sforzo è vanificato dai recentissimi aumenti previsti dalla Finanziaria per la registrazione di marchi e brevetti, e per i bolli, aumenti considerati i più elevati in Europa.