Viterbo 5 febbraio 2005 - ore 0,45 -Si è completata, dal 1° gennaio di questanno, lattuazione del regolamento comunitario 178/2002. Le imprese del settore alimentare devono dunque disporre di sistemi e procedure che consentano da un lato di individuare chi abbia fornito un alimento, un mangime, un animale destinato alla produzione alimentare o qualsiasi sostanza atta ad entrare a far parte di un alimento o di un mangime nonché di mettere queste informazioni a disposizione delle autorità competenti, dallaltro di individuare i clienti ai quali siano stati venduti i prodotti. Un nuovo obbligo? Sì, ma anche una opportunità. E, questo, il messaggio trasmesso dal convegno tenuto ieri dalla Cna, dallAssociazione Provinciale Panificatori e Pasticceri e dallUfficio Ambiente, Sicurezza e Igiene degli Alimenti della Upav Servizi proprio sul nuovo quadro giuridico della rintracciabilità per la sicurezza degli alimenti.
Affollatissima la sala conferenze della Banca di Viterbo per liniziativa, che ha riunito imprenditori di tutte le attività dellartigianato alimentare -quasi 500 le aziende di questo specifico settore iscritte nellAlbo- e che è stata coordinata da Luigia Melaragni, responsabile dellUfficio Ambiente e Sicurezza. Sono intervenuti, dopo i saluti di Enio Gentili e Mario Proietti, presidenti, rispettivamente, della Cna e dellAssociazione Panificatori e Pasticceri, Massimo Buonavita, responsabile dellUnità Legale di Total Quality Food Consultants, Domenico Spera, responsabile del Dipartimento di Prevenzione della Asl di Viterbo, ed il luogotenente Erasmo Varani, comandante dei Nas di Viterbo e Rieti. Le conclusioni sono state tratte da Adalberto Meschini, segretario della Cna, il quale ha annunciato che sta per essere costituito il coordinamento di Cna Alimentare, ovvero dellassociazione di mestiere che aggrega le aziende del settore e le sostiene con azioni di stimolo alla crescita della qualità, con la tutela e la promozione del patrimonio agroalimentare del quale la nostra terra è ricca.
La folta presenza ha evidenziato la grande attenzione verso le nuove regole, da rispettare pur in attesa della emanazione, da parte del Ministero della Salute, delle linee guida, alla cui stesura -come ha osservato Melaragni- ha collaborato la stessa Cna, con lobiettivo della semplificazione delle procedure. Ma perchè la rintracciabilità è presentata come opportunità? Questa la risposta di Buonavita, che ha insistito sul concetto di rintracciabilità volontaria: Nella etichettatura, presentazione e pubblicità dei prodotti, lazienda alimentare potrà vantare di possedere procedure di rintracciabilità particolarmente rigorose. Per esempio, specificando che certe materie prime provengono da una determinata regione, provincia o zona geografica. Queste informazioni aggiuntive sono molto apprezzate dal consumatore alimentare.
Il recente obbligo costituisce, a tutti gli effetti, una integrazione delle procedure aziendali di gestione del rischio sanitario (la metodologia nota come Haccp, già adottata, consente lidentificazione dei pericoli, lanalisi dei rischi e lindividuazione dei punti critici di controllo), unitamente allinsieme delle procedure per permettere il ritiro di un prodotto quando sia evidenziato un rischio per il consumatore, ha evidenziato Spera, il quale ha anche proposto un sistema di rintracciabilità per le imprese con poche risorse interne ed una organizzazione semplice. Il processo aziendale -ha suggerito- può essere suddiviso in tre segmenti: rifornimento di materie prime e/o semilavorati, processo di trasformazione e gestione dei prodotti in uscita. Fondamentale trovare il modo per collegare, nella trasformazione, le informazioni precedenti la lavorazione, per ottenere la quantità di prodotti ottenuti con le stesse materie prime. E, perché il sistema di rintracciabilità funzioni, bisogna poi mettere in connessione i lotti commercializzati con i relativi clienti.
Le Asl sono incaricate delle verifiche sulle procedure adottate e hanno competenze in tema di provvedimenti a tutela della salute pubblica. Ed i Nas? Come ha detto Varani, attendiamo la definizione degli aspetti sanzionatori a livello nazionale. Comunque la rintracciabilità va attuata, anche per evitare le sanzioni previste dal decreto legislativo 155/97, in base al quale lalimento a rischio deve essere, in ogni caso, ritirato dal mercato.
Grazie alle professionalità ed alle competenze dei propri addetti, Il sistema Cna è in grado di dare una risposta, in termini di assistenza e consulenza, alle aziende interessate ad applicare il regolamento comunitario e alletichettatura dei prodotti. Anche con i nostri servizi, contribuiamo a tutelare e a valorizzare lartigianato alimentare, ha sottolineato Gentili. Ed il presidente dei panificatori, Proietti, ha puntato lattenzione sul tema non solo della sicurezza alimentare, ma anche della qualità e della esigenza di avere una legislazione che consenta una corretta informazione del consumatore sulle caratteristiche che distinguono il pane di produzione artigiana da quello di produzione industriale, ricorrendo ad opportune denominazioni di vendita, quali pane fresco.
Presenti alliniziativa, tra gli altri, Ferindo Palombella, presidente della Camera di Commercio di Viterbo, Leonardo Michelini e Giacobbe Tardani, rispettivamente presidente e direttore della Coldiretti, Luigi Tozzi per la Confagricoltura, dirigenti della Asl, rappresentanti del Cnr e del Cefas.