Viterbo 4 febbraio 2005 - ore 0,20 -E domenica pomeriggio, ma Piero Marrazzo anche nei giorni di festa non rallenta la propria attività ed il proprio calendario di incontri. Non è stanco dopo tre mesi di campagna elettorale ma lavvicinarsi della scadenza elettorale lo rende ancora più ottimista e fiducioso.
"Vinceremo le elezioni e sarò il presidente di tutti i cittadini e di tutti i territori. Come dico nel mio slogan: "una Regione di tutti, nessuno escluso". E determinato Piero Marrazzo, che ha lanciato la sfida a Francesco Storace per guidare la Regione Lazio e che già varie volte è venuto nella Tuscia per incontrare gli elettori viterbesi e prevede di tornarci il 24, 25 e 26 di febbraio .
Marrazzo, perché questo impegno politico dopo i successi televisivi?
"Per molti anni, con il mio lavoro, ho ascoltato i bisogni delle persone. Come conduttore di "Mi manda Raitre" ho denunciato migliaia di casi di malasanità, truffe, raggiri, inefficienze. Mi sono battuto affinché venissero riconosciuti e garantiti i diritti dei più deboli. In tutti questi anni ho contribuito, e di questo sono orgoglioso, a risolvere i problemi di tante persone che da sole non ce lavrebbero mai fatta. Da cronista, però, ho dovuto anche registrare i limiti della azione di denuncia. E la politica, infatti, che può davvero risolvere i problemi dei cittadini. La buona politica. Il buon governo"
Fatto sta, però, che il centrosinistra sceglie personaggi televisivi per competere alle elezioni. Pochi mesi fa è stato il turno della Gruber e di Santoro alle europee. Ora è il suo.
"E chiaro che la popolarità aiuta ed è giusto metterla a disposizione di un impegno serio e coerente con le proprie idee. Io mi sono "buttato" in questa sfida convinto che esista un altro modo di fare politica. Per questo quando mi è stato chiesto di passare dallaltra parte della barricata e impegnarmi per dare soluzioni di governo ai bisogni e alle aspettative delle persone, ho accettato con entusiasmo, per continuare in maniera più efficace il mio impegno a servizio dei cittadini".
Ma che cosa la differenzia nella sostanza da Francesco Storace?
"Prima di tutto un altro modo di parlare: ascoltare. Per questo sto vivendo la mia campagna elettorale in mezzo alla gente, nei mercati, tra i pendolari, sul territorio. Una campagna "dal basso", sobria, vitale, tuttaltro che mediatica. Poi un altro modo di stare insieme: la nostra sarà una Regione nella quale ciascuno contribuirà a costruire il futuro. Infine un altro modo di decidere: dialogare. Governare significa fare delle scelte, ma il buon governo nasce dalla ricchezza dei punti di vista e dal dialogo".
La coalizione che la sostiene condivide fino in fondo il suo progetto?
"La nostra è una coalizione forte e determinata, aperta alla passione e al contributo di tutti. Siamo partiti con un buon anticipo ed il nostro programma è ormai definito, a giorni cominceremo a diffonderlo. La nostra Regione avrà una squadra di governo ampia, qualificata, forte e determinata, vicina ai cittadini. Tutto quello che metteremo in cantiere sarà frutto di un progetto serio e condiviso e avrà costi trasparenti e certi. Su questo il sostegno della coalizione è pieno e incondizionato"
Per venire al programma: quali saranno le sue priorità?
"La nostra Regione spende quasi il 70% del proprio bilancio per la sanità. I costi sono elevatissimi e purtroppo, spesso, i tempi di erogazione e la qualità delle prestazioni non sono allaltezza delle aspettative dei cittadini. Storace sta vendendo o cartolarizzando gli immobili delle ASL, ha persino dato in leasing trentennali gli ospedali del Lazio per fare fronte ai debiti, ma così sta impoverendo la sanità. Nel nostro programma, anche per la Tuscia, la sanità ha quindi un valore prioritario. Concentreremo tutti gli sforzi per ridurre sprechi e inefficienze, eliminare favoritismi e clientele, salvaguardando però tutto quello che di buono, di efficiente, spesso di eccellente cè nella sanità laziale, a partire dalla grande professionalità dei dipendenti, che deve essere valorizzata in ogni suo aspetto. Ho sempre sostenuto che malati, infermieri e medici, vivono spesso gli stessi disagi e devono comunque far parte dello stesso sistema".
Quindi sanità al primo posto, e poi?
"Senzaltro le infrastrutture. In questo senso il mio impegno prioritario per il viterbese saranno il completamento della Trasversale Orte-Civitavecchia e lammodernamento della Cassia. So che Storace aveva promesso che queste due opere sarebbero state completate entro la fine del suo mandato: è evidente che non è stato capace di portarle a compimento perché ha privilegiato altri territori e perché il governo nazionale ha inteso usare le risorse a vantaggio di altri territori. Devo dire, però, che penso soprattutto ad una regione in cui il trasporto ferroviario sia più molto più efficiente: i collegamenti delle province con la capitale potrebbero avvenire prevalentemente su rotaia. Mettere in condizione, tutte le persone che lo vogliono, di avere un efficiente servizio su rotaia non è solo una prova di civiltà ma incide direttamente sulle tasche della gente che può fare a meno della macchina. E un problema che riguarda tutti i territori. Ho avuto modo di ascoltare tanto i pendolari viterbesi quanto quelli delle altre province: non è possibile che un servizio che riguarda decine di migliaia di persone al giorno sia gestito nel modo attuale".
Dica la verità, pensa davvero di vincere? Non le fa paura "terminator" Storace?
"I sondaggi ci danno per favoriti, ma il sondaggio che più mi fa sperare è il contatto quotidiano che ho con le elettrici e gli elettori del Lazio. Cè voglia di cambiamento, cè speranza ed entusiasmo. Ci sono insomma tutti gli elementi per condurre una battaglia vincente e le critiche sulloperato di Storace sono frequenti anche da parte dei suoi elettori".
Unultima domanda: perché la "lista Marrazzo"?
"Non certo per aumentare la visibilità del candidato Presidente ma per allargare i confini dellalleanza dei partiti che mi sostiene ed inoltre per dare modo a personalità che non si riconoscono in nessun partito ma condividono la nostra base programmatica, di impegnarsi direttamente in politica".