Viterbo 5 febbraio 2005 - ore 15,30 - La nota di Zezza è stata interpretata da noi e dai nostri analisti politici come una dichiarazione di ritiro dalle primarie. In realtà non è così, secondo lo stesso Zezza. Abbiamo infatti interpellato Zezza per avere una interpretazione, per così dire, autentica. Zezza ci ha spiegato tre punti fondamentali.
1 -"Io non mi ritiro dalle primarie".
2 - "Il passo che in cui si dice "chi pensa di correre da solo vada pure" è riferito ai partiti ed in particolare alla Margherita".
3- "Io credo che la questione fondamentale sia l'unità del centrosinistra e non le primarie. Se una parte dei partiti va da sola, le primarie non hanno più senso. Io interpreto le primarie come strumento per raggiungere l'unità e per questo che senza una parte del centrosinistra non hanno senso. Se non ci saranno tutti i partiti, io non ci sarò in queste primarie, perché non avrebbero senso. Se la Margherita è gli altri partiti torneranno sui loro passi, io sarò candidato. Per questo non ha senso per me ora dire che mi ritiro".
La delusione profonda avvolge chi ha sempre pensato alle primarie come strumento di una grande coalizione democratica per trovare una unità sul programma e sulla candidatura del presidente.
Venendo a mancare lunità sulla scelta di utilizzare lo strumento delle primarie come metodo democratico, queste ultime perdono di significato.
Certo che una volta avviato il meccanismo, tornare indietro può sembrare incoerente o quanto meno poco comprensibile.
La riapertura di un tavolo di trattativa appare invece credibile, se viene fatta nel tentativo di raggiungere un obiettivo politicamente più nobile, che è quello di trovare un candidato unitario, per un programma unitario, per una LISTA UNITARIA di tutte le forze dell Ulivo e di chiunque altro voglia partecipare.
La partita era iniziata bene, ma è stata sospesa perché le regole non erano chiare a tutti, o qualcuno le voleva applicare solo a proprio beneficio. Era stato fatto un passo in avanti, che ci proiettava verso il futuro, seguito da due passi indietro che ci riportano nel medioevo.
Bisogna anche prendere atto che nel centro sinistra ci sono tre anime: La maggioranza crede in un progetto democratico e riformista; una minoranza pensa allunità di una sinistra da contrapporre al centro sempre secondo regole democratiche; una parte residuale che pensa ad un grande centro, come metodo per mantenere, gestire ed acquisire posizioni di potere. Nella realtà della provincia di Viterbo è questa parte residuale che sta condizionando le altre due, e si rischia di far perdere di vista lobiettivo principale da perseguire per il CENTRO-SINISTRA, che è VINCERE LE ELEZIONI provinciali e regionali, e non piantare le fondamenta per la costruzione di un grande centro.
Comunque chi pensa di correre da solo vada pure, ma alla fine non ci saranno né medaglie né premi, ma solo un grande vuoto di democrazia e partecipazione.
ANTONIO REMO ZEZZA
candidato alle primarie del centro-sinistra
per la presidenza della provincia di Viterbo.