Viterbo 6 febbraio 2005 - ore 0,30 - Mancano pochi giorni alla scadenza per la presentazione delle liste alle elezioni provinciali ed ancora, tanto a destra quanto a sinistra, la confusione regna sovrana.
Per la Casa delle Libertà, confortata da sondaggi che fino a qualche settimana fa confermavano il vantaggio delle elezioni europee sui propri avversari, Forza Italia ufficializza la candidatura alla presidenza di Francesco Battistoni, pupillo del coordinatore regionale Francesco Tajani, ma molti berlusconiani della Tuscia non digeriscono affatto questa decisione.
Il presidente di AN Bonatesta capisce al volo che questa scelta non può che indebolire la CdL e propone prima Mario Lega. Poi candidato il vicepresidente di Palazzo Gentili alla Regione, il senatore decide di scendere in campo in prima persona e minaccia una corsa solitaria degli aennini, al di fuori della coalizione. LUDC, per non essere da meno, propone la candidatura del sindaco di Vetralla, Sandrino Aquilani. Pare che lobiettivo sia quello di costringere Giulio Marini a ricandidarsi, ma il presidente uscente vuole fare nuove esperienze, come ad esempio qualche annetto tra gli scranni di Montecitorio e non ha nessuna intenzione di farsi ingabbiare nuovamente a Palazzo Gentili.
Lincognita è rappresentata da Gian Maria Santucci, bruciato nella corsa verso la candidatura alla presidenza per il centrodestra, ed oggi corteggiatissimo dallo schieramento opposto. Molti vociferano sulla presentazione di una sua lista civica, con la quale diventare ago della bilancia e scegliere poi al secondo turno da che parte stare facendo pesare la forza del consenso ottenuto.
Certo non rimarrà a guardare neanche Ugo Gigli, che si è visto sbarrare la strada della candidatura alle elezioni regionali dal fratello Nando: è facile prevedere che non si ritirerà propriamente in buon ordine.
Nel centrosinistra si sono toccati invece gli accenti dello psicodramma con il ritiro di Panunzi dalla corsa alle primarie, mentre laltro diessino Antonio Filippi è già partito con la campagna elettorale per le primarie stesse e il terzo incomodo, il prodiano Tonino Zezza, sta in mezzo al guado cercando di capire cosa fare. Da una parte Margherita, PdCI, UdeuR, SDI e Italia dei Valori mandano allaria le primarie, dallaltro, con Filippi, tengono duro Verdi e Rifondazione.
In mezzo i DS che lunedì sera svolgeranno lennesima riunione della direzione provinciale e, probabilmente, prenderanno atto che le primarie non si possono più fare.
Ciò che, inevitabilmente, porterà alla rottura con le minoranze guidate da Antonio Capaldi. Resta da vedere se questa rottura si tradurrà poi elettoralmente in due distinte alleanze: una di sinistra-sinistra guidata dallo stesso Filippi ed unaltra "riformista" (candidato alla presidenza Dottarelli o Mazzoli?).
Certo la partita che si gioca oggi, tanto da una parte quanto dallaltra appare fortemente condizionata dallo sfondo delle elezioni politiche del 2006. A destra a partire dal bordo campo sul quale si sta scaldando Giulio Marini fino ai boatos sulla scesa in campo di Giancarlo Gabbianelli (nella lista proporzionale?) nella CdL.
A sinistra dalla attenzione dello stesso Antonio Filippi, di Severo Bruno, di Mario Trapè e di Luciano Dottarelli verso lunico posto che può portare a Palazzo Madama. Insomma il premio immediato della corsa per Palazzo Gentili è la presidenza della Provincia, per la quale il pronostico diventa ogni giorno più incerto, ma in prospettiva si gioca anche la partita sui collegi alle elezioni politiche. Tutto lascia quindi supporre che i nodi non si scioglieranno molto presto.