Viterbo 30 Giugno 2005 ore 14 "Sono tassativamente vietate le manifestazioni di natura politica e sindacale allinterno degli spazi pubblici (vie e piazze) posti allinterno della cinta muraria in occasione e per tutta la durata di eventi festivi, religiosi e popolari strettamente radicati nella tradizione storica e socio-culturale di tutti i viterbesi ed in ogni caso in occasione di: festivita pasquali e natalizie, S. Pellegrino in fiore Settembre viterbese". No. Non è una barzelletta. E' solo l'ultima trovata della giunta comunale presieduta da Fracassini. Una genialata, verrebbe da dire. Che manco su Topolino si potrebbe leggere.
A Viterbo, secondo una delibera del 22 giugno, la democrazia è limitata da divieti che vanno contro i più elementari principi della costituzione. Se non fosse grave, ci sarebbe da ridere.
La giunta (assente Gabbianelli, Tasciotti, Bracaglia), presieduta da Fracassini, ha deciso che a Viterbo, all'interno delle mura, ci sono periodi in cui sono vietate le manifestazioni politiche e sindacale. E in quali casi? Per Pasqua e Natale. Alla faccia dello stato laico. E perché non durante il Ramadan. Per ora non siamo ancora nello stato cattolico italiano. Ma solo nello stato italiano e questo ci basta e avanza. Ma la cosa ancor più ridicola è che le manifestazioni politiche sono proibite anche in contemporanea con san Pellegrino in Fiore e con il Settembre Viterbese. In questo ultimo caso di tratta di una quarantina di giorni. Un vero e proprio attentato ai diritti fondamentali dei cittadini.
Ma la delibera ha voluto raggiungere punti di comicità mai visti tanto da estendere il divieto "per tutta la durata di eventi festivi, religiosi e popolari strettamente radicati nella tradizione storica e socio-culturale di tutti i viterbesi ". Roba da far ridere l'intera nazione. E poi quel "di tutti i viterbesi". Ma c'è un evento che è "di tutti i viterbesi". Se c'è io mi dissocio. Per spirito laico. Per antipatia per qualsiasi mania totalitaria. Perché siamo nel 2005 e abbiamo letto i classici della democrazia da Stuart Mill a Benjamin Constant.
Domanda: Ma se si decidesse di votare a settembre che cosa accadrebbe?
Domanda: Ma la giunta comunale può conculcare i fondamentali diritti dei cittadini?
Domanda: Ma il sindaco Gabbianelli, che un giorno si e l'altro pure sta all'estero, l'ha spiegato ai suoi amici, chessò inglesi, che nella sua città le feste cattoliche o quelle tradizionali rendono impossibile far politica in piazza?
Sindaco Gabbianelli ci metta una pezza ed eviti di farci ridere dietro le spalle da una intera nazione.
Lupo Solitario