Operazione "Giro d'Italia: ultima tappa Viterbo" - Vasta indagine dei carabinieri - Sequestrate tre cave a Vetralla, Civita Castellana e Capranica Traffico e smaltimento di rifiuti tossici
Cinque viterbesi agli arresti domiciliari
Viterbo 2 maggio 2005 - ore 16,30 - La Tuscia capitale del traffico e lo smaltimento illecito di rifiuti speciali. Il reparto operativo centrale dei carabinieri per la tutela ambientale, guidato dal tenente colonnello Antonio Menga, ha scoperto un vasto traffico di rifiuti che ha coinvolto, in tutta Italia, 37 persone. Cinque viterbesi sono finiti agli arresti domiciliari e tre cave, in cui sarebbero stati stoccati i rifiuti, sono state sequestrate.
Sono finiti agli arresti domiciliari Mario Bartoli, quaranta anni di Tarquinia, gestore della ditta Bartoli e il padre Sante Bartoli, 69 anni di Vetralla; Giuseppe Cignini, 56 anni di Capranica, amministratore della ditta Pozzolane e derivati; Giovanni Santini, di Civita Castellana di 36 anni, amministratore della società Italchamotte di Castel SantElia; Claudio Pace, romano 49 anni, amministratore unico della società di consulenza ambientale Sistema e analisi srl operante a Viterbo e Roma.
L'operazione "Giro d'Italia: ultima tappa Viterbo", così denominata per il tortuoso percorso che i rifiuti compivano prima di arrivare a Viterbo, è stata coordinata dai sostituti procuratori viterbesi Pacifici e D'Arma.
Le indagini dei carabinieri hanno individuato una organizzazione criminale dedita al traffico illecito di rifiuti, che avrebbe avuto la base strategica nelle cave delle società Bartoli Sante s.r.l. di Vetralla, Pozzolane e derivati s.a.s. di Capranica e Italchamotte s.r.l. di Castel Sant'Elia. Le cave avrebbero smaltito illecitamente rifiuti prodotti in impianti del Veneto, Lombardia, di Milano in particolare, Friuli Venezia Giulia e Toscana. Coinvolte nell'illecito sarebbero anche ditte dell'Emilia Romagna, Umbria e Campania.
Le indagini, condotte dalla sezione operativa centrale dei carabinieri per la tutela dell'ambiente, hanno consentito di individuare una struttura criminale che avrebbe gestito, nel corso del periodo monitorato, un quantitativo di circa 250 mila tonnellate di rifiuti speciali, pericolosi e non.
Rifiuti costituiti da fanghi di cartiera, terre inquinate da Pcb (Policlorobifenoli), ceneri di acciaieria e di termodistruttori, contenenti rifiuti farmaceutici, fialette, siringhe, alte concentrazioni di piombo, nichel, zinco e mercurio, particolarmente tossici per l'ambiente e la salute dell'uomo.
Il giro d'affari, per un traffico illecito tanto ingente, è stato calcolato, sulla base della documentazione acquisita, in due milioni e cinquecento mila Euro.
Sempre in base alle indagini dei carabinieri, i rifiuti speciali venivano sottoposti a una sistematica manipolazione e miscelazione, e venivano accompagnati da certificazioni analitiche false, fornite da un compiacente laboratorio di analis. Venivano poi portati, con le carte apparentemente a posto, per l'illecito smaltimento presso le tre ex cave viterbesi da ripristinare.
L'attività investigativa - è stato spiegato dal colonnello Albino Corona -, interrompendo lo smaltimento illecito, ha evitato gravi danni all'ambiente, poiché il persistente tombamento dei rifiuti all'interno delle cave avrebbe creato ulteriore rischio per l'ambiente e la salute pubblica.
Nel complesso l'operazione ha comportato all'esecuzione di nove provvedimenti cautelari personali.
Due arresti in carcere; i cinque arresti domiciliari per i viterbesi; due obblighi di firma sempre riguardanti viterbesi.
I reati contestati sono quelli di attività organizzata di traffico illecito di rifiuti falso, e gestione illecita di rifiuti. Gli uomini dellarma stanno in queste ore cercando il decimo personaggio coinvolto nella vicenda che verrà sottoposto a provvedimenti cautelari.
Le tre cave viterbesi e diversi mezzi sono stati sequestrati per un valore totale stimato attorno ai 10 milioni di Euro.
Nel corso delle indagini sono state eseguite 26 perquisizioni presso appartamenti e impianti per la gestione di rifiuti, da 150 carabinieri.
Arresti e sequestri
ARRESTI IN CARCERE
CHIOCCHETTI Giuseppe Antonio, nato a Capannoni (LU) il 08.12.1958, residente a Lucca, gestore di fatto di una società di intermediazione di rifiuti SERVIZI E AMBIENTE s.r.l. di Lucca;
DURANTI Luca, nato a Santa Croce sull' Amo (PI) il 08.10.1968, residente in Santa Croce sull'Amo (PI), gestore di fatto di una società di intermediazione di rifiuti MONDO AMBIENTE s.r.l. di Altopascio (LU).
ARRESTI DOMICILIARI
BARTOLI Mario, nato a Tarquinia (VT), il 12.09.1965, residente in Roma, gestore di fatto della ditta individuale BARTOLI Sante;
BARTOLI Sante, nato a Vetralla (VT), il 26.04.1936, residente in Vetralla (VT), titolare dell' omonima ditta individuale di scavo, movimento terra, attività estrattiva e recupero ambientale, con sede in Vetralla (VT);
CIGNINI Giuseppe, nato a Capranica (VT), il 11.12.1949, residente a Capranica (VT) socio amministratore della ditta "POZZOLANE E DERIVATI s.n.c." di Capranica (VT);
PACE Claudio, nato a Roma, il 15.11.1956, residente a Roma, amministratore unico della società di consulenza ambientale "SISTEMA E ANALISI s.r.l." sedente in Roma e Viterbo;
SANTINI Giovanni, nato a Civita Castellana (VT) il 30.03.1969, residente in Civita Castellana (VT), socio amministratore della società ITALCHAMOTTE s.r.l., con sede in Castel Sant'Elia (VT), località Perazzeto.
OBBLIGO DI FIRMA
TREBBI Giuseppe, nato a Tarquinia (VT) il 13.01.1983, residente in Tarquinia (VT), dipendente della ditta BARTOLI Sante s.r.I. di Vetralla (VT);
GIRALDO Fabrizio, nato a Montefiascone (RM) il 28.04.1964, residente in Montefiascone (VT), consulente ambientale per conto di CIGNINI Giuseppe.
SITI SEQUESTRATI
ITALCHAMOTTE s.r.l., a Castel Sant'Elia (VT), località Perazzetto;
BARTOLI Sante s.r.I., a Vetralla (VT), località Cinelli, località San Salvatore;
POZZOLANE E DERIVATI s.r.l., a Capranica (VT), viale Gramsci nr. 6.