Viterbo 2 maggio 2005 - ore 19,30 - Senza Filtro - Le notizie apprese dai mezzi di informazione, sulloperazione delle forze dellordine del Comando tutela ambientale, relative al traffico illecito di rifiuti speciali e pericolosi nel viterbese confermano quanto di peggio potevamo aspettarci.
Le cave situate a Vetralla, Capranica e Civitacastellana, in realtà sono delle vere e proprie discariche a cielo aperto di rifiuti pericolosi, altro che ripristino ambientale, come definite da amministratori compiacenti.
Sia nella scorsa amministrazione provinciale, che al Comune di Vetralla, abbiamo più volte denunciato lo scarico di rifiuti provenienti da regioni lontane, soprattutto del nord-Italia. Loperazione dei Carabinieri è stata infatti denominata Giro dItalia: ultima tappa, Viterbo.
Le nostre denunce hanno sempre trovato sordi gli amministratori di centro-destra, le cui responsabilità politico-amministrative oggi sono sotto gli occhi di tutti.
La Giunta Marini soltanto alla fine del suo mandato ha approvato un regolamento che fornisce alcuni limitati strumenti ai comuni nella gestione delle cosiddette procedure semplificate.
Ma oggi alla luce dei provvedimenti dellautorità giudiziaria quel regolamento, approvato fuori tempo massimo, quando già la situazione sul territorio era largamente compromessa, appare soltanto una beffa.
Il lavoro relativo ai ripristini ambientali e ai controllo severi su cosa viene depositato sui territori del viterbese è uno dei primi interventi di bonifica che la nuova Giunta provinciale, targata Mazzoli dovrà affrontare.
Walter Mancini
Resp.le Ambiente PRC
Viterbo
La provincia di Viterbo pattumiera d'Italia!
Un dato eclatante e umiliante di cui possiamo ringraziare quelle amministrazioni, a partire da quella provinciale dell'ex assessore Battistoni, che nel recente passato hanno ignorato le nostre ripetute denunce. Il fenomeno dell'ecomafia che si è diffuso negli ultimi anni e ha condotto nella provincia tonnellate di rifiuti pericolosi e tossici e una rete di contatti funzionali con la malavita organizzata.
Un danno pesantissimo ambientale e d'immagine.
Rendiamo immediatamente noto che Legambiente si costituirà come parte civile nei processi contro le organizzazioni e le persone incriminate, ma procedendo ulteriormente nella denuncia, nelle prossime ore provvederà a presentare un nota onde giungere a richiamare quelle responsabilità oggettive di amministratori e amministrazioni, che hanno permesso che tale situazione progredisse.
Nello stesso documento rinnoveremo l'invito alla nuova Amministrazione Provinciale per la costituzione di un "osservatorio provinciale sulle attività mafiose connesse con il trattamento dei rifiuti e sulle ecomafie" che integri le varie istituzioni e si prefigga lo scopo di sensibilizzare i cittadini su questo tema.
Pieranna Falasca Umberto Cinalli Legambiente