Viterbo 9 maggio 2005 - ore 0,10 - Le elezioni non finiscono mai. Il prossimo anno, se non il prossimo autunno, si voterà per il rinnovo del Parlamento. La provincia di Viterbo è suddivisa in due collegi per la Camera, mentre per il Senato ce nè uno che la comprende quasi tutta, ad esclusione dei comuni di Barbarano Romano, Bassano Romano, Blera, Canino, Capranica, Montalto di Castro, Oriolo Romano, Sutri, Tarquinia, Vejano, Villa San Giovanni In Tuscia. Questi centri sono infatti aggregati al collegio senatoriale n° 13 di Civitavecchia: è normale che, in questo caso, i candidati siano espressione della città portuale.
I partiti, le coalizioni e le singole personalità politiche della nostra provincia stanno già cominciando a concentrarsi sulle possibili candidature nei tre collegi parlamentari che interessano principalmente la Tuscia: tra riconferme probabili o possibili, ritorni, migrazioni e new entries. Per capire quali sono le tendenze segnalate dallultima consultazione elettorale, Tusciaweb ha dunque provato ad effettuare una proiezione dei voti ottenuti dai candidati presidente alla Regione su quei tre collegi. Infatti il voto su Storace, Marrazzo e Mussolini si può considerare il più simile a quello politico che potrebbe esprimersi oggi nei collegi uninominali.
Si tratta di poco più di un gioco, ma che è comunque utile per capire le tendenze elettorali in atto. Vediamone dunque i risultati, dai quali, in linea generale, la Casa delle Libertà risulta partire avvantaggiata.
Nei comuni del collegio senatoriale n° 12 Francesco Storace ha ottenuto 78.244 voti, pari al 51,13% di quelli validi. Marrazzo si ferma a 70.978 pari al 46,38%, mentre Alessandra Mussolini ottiene 3.813 ossia il 2,49%. Il 3 e 4 aprile dunque i voti validi sono stati 153.035 contro i 149.734 delle elezioni politiche 2001.
Infatti, sebbene cinque anni fa la percentuale dei votanti fu più elevata di un mese addietro, i voti validi di allora risultano meno di quelli di aprile poiché per il Senato votano solamente gli elettori che abbiano compiuto i 25 anni mentre per le regionali tutti i maggiorenni. In quella occasione la frammentazione delle liste era molto superiore rispetto a quella prevedibile per la prossima consultazione politica.
Michele Bonatesta per la Cdl ottenne 70.564 voti (47,13%), Antonio Capaldi per LUlivo raggiunse invece 54.985 consensi (36,72%), Loredana Fraleone per Rifondazione Comunista 7.687 (5,13%), Sandrino Aquilani (oggi sindaco Udc di Vetralla) per Democrazia Europea, il movimento di Sergio DAntoni, 5.774 (3,86%), Pietro Pacelli della lista Di Pietro 3.391 (2,26%), Bordoni per la Fiamma Tricolore 2.330 (1,56%), Occhini del Fronte Nazionale 2.269 (1,52%), Roghi della Lista Bonino 2.196 (1,47%), Coletta di Forza Nuova 538 (0,36%).
Ovviamente, trattandosi di un collegio uninominale risultò eletto Michele Bonatesta. Va però ricordato che nelle consultazioni per il Senato i candidati nei collegi uninominali non eletti concorrono comunque al recupero su scala proporzionale in ambito regionale. Correre da soli può quindi servire ad eleggere comunque qualche senatore portatore di un buon resto: Rifondazione, ad esempio, nel 2001 si presentò in tutti i collegi uninominali solamente alle elezioni per il Senato. In ogni caso nessun candidato non eletto nel collegio uninominale della Tuscia venne poi ripescato sulla quota proporzionale.
Per il collegio VT1 della Camera, che comprende, tra laltro, Viterbo, Civita Castellana, Fabrica di Roma, Nepi, Orte, Ronciglione e Soriano, la proiezione dei voti delle regionali dà invece i seguenti risultati: Storace ottiene 48.461 voti, pari al 50,21%, Marrazzo 45.493 pari al 47,13% e la Mussolini 2.569 pari al 2,66%. Nel 2001 Marcello Meroi, eletto deputato per la Cdl, conquistò 52.754 consensi, ossia il 50,34%. Giuseppe Fioroni per lUlivo ottenne 43.576 voti, pari al 41,58%, Goffredo Taborri per Democrazia Europea 3.076 (2,94%), Vittorio Di Battista per la lista Di Pietro 2.828 (2,70%), Giulio Feliziani per la lista Bonino 2.556 (2,44%). I voti validi furono quindi 104.790 contro i 96.523 dello scorso aprile.
Infine sul collegio VT2 della Camera, che comprende, tra laltro, Acquapendente, Montalto di Castro, Montefiascone, Tarquinia, Tuscania e Vetralla, la proiezione dei voti delle regionali dà i seguenti risultati: Storace ottiene 46.994 voti, pari al 50,98%, Marrazzo 43.168 pari al 46,83% e la Mussolini 2.020 pari al 2,19%. Nel 2001 Rodolfo Nando Gigli venne eletto deputato per la Cdl con 48.512 suffragi, ossia con il 49,90% dei consensi. Regino Brachetti per lUlivo ottenne 41.101 voti, pari al 42,28%, Salvatore Geraldi per la lista Bonino 2.828 (2,19%), Elisabetta Lupetti per la lista Di Pietro 2.602 (2,68%),Luciano Segatori per Democrazia Europea 2.167 (2,23%). Furono quindi registrati 97.210 voti validi contro i 92.182 dello scorso aprile.
Quali conclusioni si possono trarre da questi raffronti? In primo luogo che il quadro politico attuale è molto più semplificato ed aderente al modello bipolare rispetto a quello di cinque anni fa. Il centrosinistra era diviso tra Ulivo, Italia dei Valori e Rifondazione Comunista. Le liste oggi raccolte intorno ad Alessandra Mussolini esprimevano tre candidati al Senato. Sergio DAntoni, che allora si presentò autonomamente con Democrazia Europea, approdò in seguito sulle sponde del centrodestra per poi trasmigrare dallaltra parte fino ad essere eletto lanno scorso nelle file del centrosinistra: i principali esponenti di quella esperienza nella Tuscia oggi si trovano comunque principalmente tra le fila della CdL. I Radicali della Lista Bonino, dal canto loro, oscillano tra i poli per natura
Alle prossime politiche è però impensabile una proliferazione di liste simile a cinque anni fa: lo scontro dovrebbe essere molto più netto tra gli schieramenti principali. Questo provoca ovviamente un effetto di semplificazione anche sui risultati, in particolare sul Senato, in cui erano presenti più liste.
Così possiamo segnalare per la CDL (che si presenta oggi con un profilo politico-elettorale sostanzialmente stabile rispetto a cinque anni fa) un netto + 4% alle elezioni per Palazzo Madama sulla base delle proiezioni dei voti delle ultime regionali, mentre sul VT1 essa segna unimpercettibile flessione dello 0,13%, recuperando invece l1,08% sul VT2.
Per il centrosinistra si avrebbe invece al Senato un +2,27 se sommassimo allUlivo solamente Rifondazione e lItalia dei Valori, che diventa invece un -1,59 se si sommano anche i voti di Democrazia Europea. Facendo analoga operazione sui collegi della Camera si avrebbe invece un +2,85 sul VT1 sommando i soli voti di IdV, che si riduce ad un +0,62 sommando anche i voti di Democrazia Europea, mentre sul VT2 si avrebbe un +1,87 nel primo caso ed un -0,36 nel secondo.
E evidente che la Casa delle Libertà parte avvantaggiata su tutti e tre i collegi del Viterbese, anzi recupera pure qualcosa.
Essenziale diventa allora il ruolo delle formazioni minori, la loro dislocazione, gli accordi che faranno o non faranno. In particolare lestrema destra con il suo 2, 2 per cento diventa a nostro parere decisiva: un accordo Berlusconi-Mussolini renderebbe infatti ben difficile la vita allUnione di Romano Prodi nella Tuscia.
Daltro canto è ben difficile capire oggi dove potranno andare i voti radicali, in genere molto connotati su temi specifici (come è oggi il referendum abrogativo della legge sulla fecondazione medicalmente assistita condiviso con gran parte del centrosinistra).
Comunque dalle proiezioni delle elezioni regionali su quelle politiche appare forse più interessante valutare le distanze assolute che quelle relative. Infatti sul collegio senatoriale la distanza tra centrodestra (quindi senza la Mussolini) e centrosinistra è di 7.266 voti. Sul VT1 diventa di 2.968, mentre arriva a 3.756 sul VT2.
Sono numeri che assicurano un certo margine di sicurezza alla Casa delle Libertà, anche se lastensionismo del suo elettorato registrato al turno di ballottaggio per le elezioni provinciali il 17 e 18 aprile (soprattutto il crollo di 3.785 voti nel capoluogo tra il 1° e il 2° turno) non dovrebbe fare dormire sonni tranquilli agli inquilini della Casa delle Libertà se non saranno in grado di mobilitare fino in fondo i propri elettori e convincere gli indecisi.
Difatti, se si confermasse lorientamento politico che nelle ultime elezioni ha costantemente premiato i partiti dellUnione, con candidature azzeccate da parte del centrosinistra (in particolare su Viterbo città nel VT1) i collegi della Camera diventerebbero a nostro parere entrambi contendibili. Un po più solido appare invece il primato del centrodestra sul collegio senatoriale, dove però (se il meccanismo elettorale rimarrà quello attualmente in vigore) il centrosinistra potrebbe andare alla caccia di un interessante resto per il ripescaggio nella quota proporzionale.
Peraltro va sottolineato che il maggior consenso ottenuto dalla Cdl nelle proiezioni dei risultati regionali sul collegio del senato rispetto a quelli della Camera si può spiegare anche con una maggiore propensione degli elettori tra i 18 ed i 25 anni (che hanno votato per le regionali, ma invece non votano per il Senato) verso i partiti del centrodestra.
Sarà probabile assistere nelle prossime settimane e nei prossimi mesi a passaggi di singole personalità e gruppi tra diversi schieramenti e partiti, fenomeno che è difficile determinare nello specifico già oggi, ma che potrebbe subire una accelerazione a seguito degli eventi politici nazionali.
Quel che Tusciaweb vi ha proposto è poco più che un gioco, dicevamo, ma un gioco che può risultare utile per elaborare e definire le scelte che i partiti della Tuscia dovranno fare nei prossimi mesi: abbiamo messo in fila un po di numeri per cercare di aiutare tutti quanti a capire le linee di fondo lungo le quali lelettorato viterbese si sta muovendo e pensiamo di avere fornito qualche elemento per cercare di capire che cosa potrebbe accadere nei prossimi mesi.
Ricordiamo, peraltro, che il prossimo anno andranno al rinnovo un buon numero di amministrazioni comunali e se le elezioni amministrative saranno abbinate con quelle politiche potrebbero in alcuni casi manifestarsi degli effetti di trascinamento non indifferenti tra una consultazione e laltra.