Viterbo 12 marzo 2005 - ore 11,25- Col Filtro -
Caro Direttore,
prendiamo spunto dalla nota della CGIL di Civita Castellana del 11/03/2005, a firma Roberto Grassetti, pubblicata da Tuscia Web, per precisare quanto segue:
1. La CGIL non ha titolo per sindacare la legittimità della costituzione dellAssociazione Nepi per lUlivo. La nota è pertanto irricevibile.
Considerata la crisi dellUlivo a Nepi ed il degrado del confronto politico locale, riteniamo che la presenza di una Associazione di cittadini, trasversale a partiti e schieramenti, possa aiutare una ricomposizione.
E grottesco che a contestare la liceità del nostro richiamo allUlivo sia Roberto Grassetti, esponente dellarea Mussi, che al Congresso DS si è pronunciata contro la nascita della Federazione dellUlivo.
2. Nessuno sostiene che laccordo sullAcqua di Nepi si debba fare a tutti i costi. Tutto il contrario .
Un accordo è si necessario. Ma legato ad impegni precisi della Società San Benedetto. Sarebbe opportuno inoltre inserire un automatismo di decadenza in caso di inadempienza contrattuale.
3. La riunificazione delle concessioni e la riappropriazione del marchio (scippato da Italaquae) sono istanze sacrosante che il Comune deve perseguire con forza. E la Società San Benedetto deve essere consapevole che il Comune non rinuncerà mai a ritornare in possesso del maltolto (...) a seguito dellaccordo (...) del 1987 (la madre di tutte le fregature).
Consideriamo però un errore porre le due istanze come pregiudiziali e pregiudizievoli di un nuovo accordo.
4. Linteresse dei cittadini di Nepi e dei lavoratori consiste nel rilancio dellindustria Acqua di Nepi.
Il territorio è già in sofferenza per la crisi dellindustria ceramica, di quella agroalimentare (lattierocasearia) e dellagricoltura. Bisogna evitare che si aggiunga lAcqua di Nepi.
Il rischio da scongiurare è il disimpegno di un gruppo nazionale come la San Benedetto ed il conseguente possibile declino.
Occorre una differenziazione produttiva che consenta di offrire al mercato lAcqua di Nepi anche in plastica. Occorre una ristrutturazione e riconversione della produzione da solo vetro (consumi e produzione in forte calo) a prevalenza plastica (consumi e produzione in aumento).
Serve il rilancio produttivo e commerciale dellAcqua di Nepi. Senza il quale il futuro sarebbe molto incerto.
Per il rilancio sono indispensabili consistenti investimenti finanziari, tecnologici, professionali che la San Benedetto sembra intenzionata a mettere in campo proprio a Nepi, con la realizzazione di un nuovo stabilimento (quello vecchio non sopporterebbe un forte aumento dei volumi prodotti, indispensabile per mantenere, o migliorare, i margini di redditività dellazienda, inferiori per la plastica).
La San Benedetto è interlocutore credibile? Per dimensioni senzaltro. I fatti ci dicono, inoltre, che in due anni ha già realizzato una linea in plastica, mentre Italaquae per farlo, pretendeva il rinnovo della subconcessione.
5. Le condizioni per alimentare lo sviluppo di un territorio sono, di norma, la capacità di attrarre investimenti dallesterno e la capacità di attivare risorse ed investimenti locali.
Nel caso dellAcqua di Nepi queste condizioni sono presenti entrambi. Per concretizzarle occorre un nuovo accordo in quanto quello vecchio non disciplina la produzione in plastica e scade nel 2007.
In cambio del rinnovo della subconcessione, la Società deve realizzare la riconversione ed il rilancio dellattività produttiva e commerciale dellAcqua di Nepi.
Ci sembra una buona base di accordo su cui lavorare.
Associazione Nepi per lUlivo