Lo sostengono Giuseppe Parroncini e Alessandro Mazzoli dei Ds Consorzi di bonifica, subito la riforma
Viterbo 14 marzo 2005 - ore 16,15- Senza Filtro - I Consorzi di Bonifica, enti ai quali compete la gestione degli interventi di bonifica e di manutenzione del territorio, in particolare per la difesa idraulica, svolgono una funzione importante per lo sviluppo dell’agricoltura. Ma c’è bisogno di una riforma che avvicini queste strutture alle esigenze reali degli utenti e conferisca ai proprietari dei terreni parità di dignità e di diritti. E’ quanto hanno sostenuto Giuseppe Parroncini, consigliere regionale, che si presenta per la Regione nella lista Uniti nell’Ulivo, Alessandro Mazzoli, in corsa per la presidenza della Provincia, e Antonio Rizzello, avvocato, candidato al consiglio provinciale, nel corso di una assemblea pubblica tenuta dai Ds a Valentano, per un confronto sulle prospettive dell’economia del comprensorio.
In questa zona, opera il Consorzio di Bonifica Val di Paglia Superiore. Nel settembre dello scorso anno, a numerosi cittadini che pure non avevano usufruito di servizi furono spedite -non era la prima volta- le cartelle per la riscossione di un non ben precisato contributo generale di bonifica per l’anno 2002. Il caso, del quale si occupò Parroncini, anche con una interrogazione alla giunta regionale, evidenziando che i tributi possono essere richiesti in relazione ai benefici realmente ottenuti dai contribuenti, è emblematico. “Bisogna fissare con chiarezza un principio molto semplice: il pagamento delle quote deve avvenire in base ai servizi realizzati dall’Ente. Nell’attuale situazione, invece, viene sostanzialmente imposta una sorta di tassa di proprietà per tutti, indipendentemente dagli interventi effettuati dal Consorzio -ha affermato Parroncini-. Devono essere inoltre esclusi dal pagamento, secondo la nostra proposta, coloro che, avendo terreni di modeste dimensioni, verserebbero una somma inferiore a 15 euro. Il principio della soglia minima di pagamento, infatti, è fondamentale; nel nostro Paese, è stato applicato in molti ambiti, perché non estenderlo al comparto agricolo?”.
Un aspetto fondamentale che la riforma deve affrontare è la modifica del sistema di elezione del consiglio di amministrazione del consorzio. “Permane un sistema elettorale per fasce di censo. Una riforma seria -ha sostenuto Rizzello- deve cancellare questa distinzione, dando a tutti coloro che possiedono i terreni serviti dal Val di Paglia parità di dignità, dunque parità di diritti nella rappresentanza all’interno del consiglio di amministrazione”.
“Si deve tenere conto in questo caso, come per tutte le altre scelte riguardanti lo sviluppo dell’economia, che il tessuto imprenditoriale agricolo è rappresentato, nella Tuscia, prevalentemente da piccole e medie imprese. A questa realtà diffusa -ha concluso Mazzoli- bisogna dare la giusta attenzione, favorendone la presenza nelle strutture al servizio dell’agricoltura”.