Viterbo 14 marzo 2005 - ore 13,15- Che cosa sta succedendo dentro Alleanza nazionale?
“Sta succedendo spiega il deputato Marcello Meroi - quello che speravamo non succedesse. E’ stato creato un clima teso, per scelte di gestione non condivisibili. E questo mentre c’è l’esigenza di una grande responsabilità da parte di tutti, soprattutto in questo momento preelettorale. Perché lo scopo è quello di riconquistare di nuovo l’amministrazione provinciale di Viterbo e confermare Francesco Storace alla Regione”.
Ad oggi, lei e la sua componente interna ad An risultate sconfitti…
“Assolutamente no. C’è una decisione dell’ufficio politico di An, costituito dai tre vicepresidenti nazionali, che aveva dato precise indicazioni. Alle quali a livello locale non è stato dato seguito. Se c’è uno sconfitto quello è il partito che in questa fase è risultat, a Viterbo, privo di regole”.
Quale era la soluzione individuata dall’ufficio politico per Viterbo?
“Era stato deciso di candidare Paolo Bianchini nel collegio Vt1, quello di Mantuano. Una soluzione intelligente per mettere tutti d’accordo. Insomma i margini di un accordo c’erano tutti ed erano amplissimi”.
Ma scusi, chi vede le cose dall’esterno non può non domandarsi: possibile che tutto questo caos sia nato per la candidatura di un singolo consigliere?
“La realtà è che abbiamo dato l’immagine esterna di mancanza di senso di responsabilità. Poi i cittadini non capiscono e ne hanno tutto il diritto. Un elettore normale vede sulle plance elettorali il centrosinistra con due candidati. Di cui uno Bengasi Battisti, grande amico di Fioroni, insieme all’estrema sinistra. Un altro esponente dell’Ulivo candidato per dovere di coalizione. Il fratello di un importante esponente di Forza Italia, Ugo Gigli, che si candida con una sua lista civica. An che ha fatto quello che ha fatto. La Cgil che spara a zero sui candidati di centrosinistra dicendo che non vede differenze rispetto a quelli di destra. Insomma, se alla fine l’elettore normale fosse più portato a farsi una passeggiata che andare a votare? Se decidesse di andare al mare? Non sarebbe del tutto incomprensibile. Io credo che abbiamo certamente sbagliato qualcosa. Non è questo il vero volto della politica e non è questo il segnale da dare ai cittadini. Serve un passo indietro per tornare ai fondamentali della politica vera che per me sono il buonsenso e la responsabilità”.
Ma dietro tutto questo c’è il posizionamento rispetto alle prossime politiche. Insomma i posti sono due e i pretendenti sono tre…
“Tre giorni fa il partito per bocca di La Russa ha già detto che tutti i ruoli istituzionali, tutte le persone che hanno ben operato verranno riproposte. Questa vale per i consiglieri provinciali come per i deputati e i senatori. Non vedo quindi quali collegamenti ci possono essere tra le candidature provinciali e i posizionamenti nei collegi per le prossime elezioni politiche. Tanto più che è a tutti chiaro che le candidature delle politiche sono indipendenti dalla volontà delle federazioni provinciali e soprattutto dei rapporti interni alla coalizione. Ne sono un esempio le candidature del 2001. Le compensazioni, poi, non vengono fatte neanche a livello regionale ma nazionale”.
E Bonatesta secondo lei si è comportato bene o male?
“Questo lo dovranno giudicare i vertici del partito. Al contrario di altri, non ritengo di essere depositario della verità”.
Ma i posti sono due e potrebbero andare alla stessa componente…
“Non lo so questo. Anche se va detto che ruoli di senatore o deputato possono essere anche bilanciati da ruoli regionali. Vale più un deputato o un assessore regionale?”.
E’ vero che c’è già un accordo per recuperare Lega e Bianchini. Dovrebbero diventare assessori nella nuova giunta, ammesso che vinciate?
“Mi auguro che Lega diventi consigliere regionale, perché ci sono tutte le possibilità perché lo diventi. E certo Paolo Bianchini non può essere cancellato dalla politica locale, visto il suo ruolo di consigliere provinciale, presidente di un importante commissione e dirigente nazionale di Azione giovani”.
Come si risolve lo scontro dentro An? Deve “morire” politicamente qualcuno o no?
“Sono convinto che la morte politica non sia la soluzione dei problemi. Appare, però, chiarissimo che siamo a un punto di non ritorno. E dire che si potevano trovare soluzioni condivise da tutti. Rispettose della volontà di tutti. Ma non si sono volute adottare queste soluzioni. Si è arrivati ad uno scontro molto forte. Finita la campagna elettorale, che ci vede necessariamente e obbligatoriamente impegnati per raggiungere gli obbiettivi che ricordavo prima, è doveroso, nell’interesse di tutti e soprattutto del partito, chiarire la situazione. Mettere un punto fermo e ripartire, anche alla luce delle valutazioni che gli organi nazionali del partito faranno”.
Perché non avete presentato la lista con Gasparri, Gabbianelli e lei candidati?
“Non abbiamo presentato la lista, pur avendo la disponibilità di nomi e di firme, perché tutti insieme abbiamo ritenuto opportuno dare un segnale di grande responsabilità. E non mettere in pericolo il successo, a livello provinciale e regionale, che An e la Casa delle libertà si meritano. Ma sia chiaro a tutti che se avessimo voluto lo avremmo potuto fare. Anche perché c’era una condivisione politica ai più alti livelli del partito”.
E se alle prossime elezioni An diminuisce i suoi voti?
“Non credo che An diminuisca i suoi voti, pur non essendo state realizzate le condizioni migliori per una campagna elettorale di elevatissima qualità. Sono certo che l’impegno, da oggi al 4 aprile, sarà comune. E’ chiaro che chi ha assunto la responsabilità di certe scelte, ne assume onori ed oneri. Credo comunque che nessuno, a nessun livello, possa negare il nostro spirito di responsabilità al servizio di An. E mi fa un po’ ridere, alla luce delle richieste fatte alla presenza del sindaco di Viterbo per trovare una soluzione concordata sulle provinciali, che qualcuno ci abbia potuto accusare di difendere posizioni personali di candidatura. Accreditando se stesso di scelte meramente politiche”.
Cosa pensa della questione dell'autentificazione delle firme per Alternativa sociale? E d’accordo col presidente Marini sulla responsabilità istituzionale di dare risposte a tutti senza discriminazioni?
“In questo caso bisogna distinguere con attenzione i vari aspetti. L’accordo politico, tra la l’Ulivo, la sinistra e Alternativa sociale, dal punto di vista politico è rivoltante. E dimostra solo di cosa si sia capaci per battere il centrodestra. Saltano le ideologie, la cultura, le regole dei partiti. Si riabilitano soggetti che fino a ieri venivano considerati degli appestati. Il mio giudizio negativo su questo è fermissimo. Condanna ancor maggiore va alle possibili procedure illecite. Procedure che dovranno essere accertate e giudicate dalla magistratura. Sul piano istituzionale, se a un amministratore, in quanto pubblico ufficiale, si chiede di procedere correttamente ad autenticare le firme, quell’amministratore ha il dovere di farlo. Indipendentemente dal colore politico del richiedente. Io ho fatto l’oppositore per venti anni, combattendo proprio certa intolleranza e certi comportamenti discriminatori. Ho combattuto l’uso distorto e personale delle istituzioni. Mi vergognerei se da sindaco, consigliere comunale, da parlamentare avessi dimenticato tutto quello per cui ho combattuto. Le istituzioni sono di tutti e chi le rappresenta le rappresenta per tutti”.