Viterbo 14 marzo 2005 - ore 16,15- Senza Filtro - La decisione improvvisa della ASL di trasferire “temporaneamente” il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura ospedaliero presso la Casa di Cura Privata “Villa Rosa”, per la effettuazione di alcuni lavori di manutenzione nei locali dell’Ospedale Grande, suscita viva preoccupazione.
L’Azienda infatti ha sempre ripetuto, da due anni a questa parte ed anche in tempi recentissimi, di fronte alle ripetute richieste degli Operatori, che non disponeva dei fondi necessari per la manutenzione ordinaria; questo atteggiamento ha prodotto quell’accumulo di piccoli guasti, rotture e disfunzioni che hanno prodotto la situazione attuale
Dopo l’intervento della Consulta Psichiatrica erano finalmente stati prospettati alcuni interventi possibili senza la necessità di chiudere il reparto.
La recentissima ispezione dei NAS (che ha rilevato alcune irregolarità nelle docce del reparto) ha determinato un radicale cambiamento di atteggiamento della ASL che non solo ha improvvisamente scoperto che gli interventi a suo tempo sollecitati da chi nel Servizio opera quotidianamente erano effettivamente necessari ma che anzi la loro attuazione richiede la chiusura totale del Reparto (ed il suo conseguente trasferimento a “Villa Rosa”.
Mi sembra che come cittadini e come amministratori abbiamo il diritto di porci e di porre alla ASL alcune domande:
Come è possibile che interventi di manutenzione ordinaria a lungo trascurati abbiano ora prodotto una situazione tale che per essere sanata necessita addirittura della totale chiusura del reparto?
Come è possibile che fino a ieri apparissero insostenibili i costi di interventi circoscritti ed oggi la ASL si debba sobbarcare non solo il costo di un intervento ben più oneroso ma addirittura quello dell’affitto della struttura privata presso la quale trasferire l’SPDC?
Di chi è la responsabilità di questo modo singolare di procedere che riesce a trasformare problemi di ordinaria manutenzione in una vera e propria emergenza, moltiplicandone gli oneri per la ASL e quindi per la Collettività?
Quali garanzie hanno i cittadini, e soprattutto i portatori di disagio psichico e le loro famiglie, che la soluzione del trasferimento a Villa Rosa sia effettivamente l’unica possibile? Che sia effettivamente limitata entro tempi certi? Che non sia il segno della volontà di una progressiva “privatizzazione” della assistenza psichiatrica?
SANDRO MANCINELLI
Segretario Comunale DS Viterbo