Viterbo 15 marzo 2005 - ore 18,15-I grandi uomini della storia hanno tramandato il loro talento attraverso le opere, talento spesso sintetizzato da un loro capolavoro particolare; es. per Einstein la "relatività ristretta", per il Leopardi "l'infinito", per Newton la legge di "gravitazione universale", ecc, ecc.
Per l'attuale amministrazione comunale di Viterbo, il capolavoro che sintetizzerà la sua "sensibilità deviata" in materia urbanistica sarà indubbiamente (per ora) il piano di recupero autorizzato sull'area delle ex Ceramiche Tedeschi. Quest'area di 8910 metri quadrati, che la marcia inesorabile delle betoniere ha lasciato miracolosamente indenne per tanti anni, ha caratteristiche particolari, e peculiarità proprie acquisite con il tempo, sulle quali sarebbe stato opportuno riflettere prima della concessione edilizia.
1) Nel1979, Sindaco l'on. Nando Gigli, l'area fu destinata dal nuovo PRG a Parco Pubblico con limitatissima edificabilità, edificabilità finalizzata a sopperire alle spese che avrebbe incontrato l'amministrazione. Che cosa è cambiato da allora? Il bisogno di verde pubblico è cresciuto, la vivibilità è peggiorata, la zona diventando centrale ha accresciuto la sua necessità di spazi aperti e servizi.
2) L'area è ora inviluppata in un tessuto urbanistico cresciuto in fretta, disordinato e con elevata densità di popolazione. L'inopportunità di costruire altri l00 appartamenti, altri 90 box, altri 4000 metri quadri di area commerciale è ovvia, ma sembra non per tutti.
3) L'area è delimitata dalla Strada Cimina, dalla cinta muraria di S. Maria in Gradi e da Via Valerio Tedeschi. Un'area quindi con seri problemi di circolazione. Cosa avverrà quando la lottizzazione aprirà quattro uscite su Via Tedeschi e una sulla via Cimina?
4) L'area come detto è adiacente al complesso monumentale di S. Maria in Gradi. Il progetto tiene conto del dovuto "rispetto" al monumento? Ossia delle norme contenute nella proposta del vincolo di tutela del Ministero per i Beni e le Attività Culturali?
Proposta comunicata al Sindaco di Viterbo e alla Soc. Porta Romana srl il 21-giugno- 2000, confermata e chiaramente ribadita il 25- marzo- 2004 alla "Direzione per i beni Architettonici ed il Paesaggio", alla "Soprintendenza Regionale per i Beni e le Attività Culturali del Lazio", e p.c. "Archivio di Stato" di Viterbo.
La proposta delle norme di tutela era quindi già a conoscenza dal 21- giugno-2000 sia alla soprintendenza, che il 11- 2- 2003 dà parere positivo ma che ritira il 25- 3- 2004, sia del Comune, che però non solo continua ad ignorarle ma ricorre al TAR in difesa del progetto e a fIanco dei costruttori.
5) Gli standard d'urbanizzazione, ossia servizi ed attrezzature dovuti per legge dal costruttore, e pertinenti alle necessità dell'area, l'amministrazione ha permesso che siano recuperati in altri quartieri della città o monetizzati. Con quale logica? I servizi e Ie attrezzature sono previsti a servizio dell' area. Monetizzare un servizio cosa significa? Pretendere un progetto diverso era, non solo legittimo, ma anche doveroso da parte dell'amministrazione.
6) II nuovo piano di recupero (variante), rispetto a quello approvato l'8 gennaio- 2004, non è stato né discusso né visionato in m commissione; è stato portato in consiglio il 25-febbraio- 2005, ma solo come presa d'atto, quindi non votato, ed ancora non visionato; tutto sulla parola dell'assessore Tofani, e del dirigente Capoccioni, persone rispettabilissime, ma che non possono sostituire Commissione e Consiglio.
7) Le motivazioni riportate per incastonare il piano di recupero delle" ex Ceramiche Tedeschi nella bacheca dei "capolavori in negativo" di questa amministrazione mi sembrano sufficienti, e sono quasi tutte sostenute da leggi non scritte, che faranno sorridere più di qualcuno, ma le considero ugualmente utili e necessarie a costruire una società civile. L'epilogo della pratica del piano di recupero, che mi auguro non definitivo, mi è parso frutto di manovre di corridoio che qualcuno potrebbe chiamare inciucio, ma che sicuramente non ha ispirato motivi di soddisfazione ne nella maggioranza e tanto meno li doveva ispirare nella minoranza. La riduzione di circa 4000 metri cubi su 37796,01, e a scatola chiusa, è stata un "escamotage" per chetare chi già era cheto, e chi aveva necessità di un "input".
Prof. Osvaldo Ercoli