Viterbo 17 marzo 2005 - ore 0,50- Senza Filtro - “Qui non si parla di politica”. Mi par di aver letto che durante gli anni del fascismo era facile sentire qualcuno che nei luoghi pubblici ammonisse ad osservare quella regola. E’ una concezione per cui la politica possono farla solamente pochi eletti, nei sacri luoghi a ciò deputati.
Per chi ha questa concezione della libertà di espressione e di critica è ovvio che suoni scandaloso che in una conferenza stampa una cantante risponda ad un giornalista che le chiede una opinione sulla guerra con parole incentrate “sulla sua estemporanea attività politica” invece che “sulla sua splendida attività canora”. Forse l’intimazione di Andrea Scaramuccia a Fiorella Mannoia suona più o meno così: richiesta della sua opinione sulla guerra avrebbe dovuto dire che le sue canzoni sono scritte da grandi autori come Fossati e De Gregori.
A meno che Scaramuccia non creda che in periodo elettorale siano sospese la libertà costituzionale di esprimere la propria opinione ed il dovere dei giornali di informare i propri lettori ed allora serva il bavaglio.
Ma quel che più mi impressiona degli interventi di Scaramuccia è il suo parlar d’altro, invocare i nostri militari e le loro famiglie o i civili iracheni per sostenere strumentalmente una polemica contro chi ha idee diverse dalle sue. Credo che serva più rispetto e più capacità di ascolto: se ognuno parte dai suoi preconcetti e ritiene che siano la verità, se non è disponibile ad un confronto con le opinioni degli altri, allora è la democrazia che ne soffre.
Peraltro voglio incidentalmente notare che Fiorella Mannoia non è candidata alle elezioni, Andrea Scaramuccia sì…
Giulia Arcangeli