Viterbo 1 marzo 2005 - ore 20,10 - Senza Filtro - E stata accolta la richiesta del presidente Giulio Marini di assegnare a Viterbo il ruolo di provincia pilota per la realizzazione del progetto Lazio Regione Digitale. Si tratta di progetto innovativo e sotto alcuni aspetti rivoluzionario, soprattutto in considerazione del fatto che gran parte del territorio provinciale non dispone di una rete Adsl per la connessione veloce ad Internet.
La Tuscia sarà interamente coperta da una ragnatale di 463 km di fibre ottiche che permetterà a tutti i sessanta comuni di disporre di una rete a banda larga: in massimo oggi disponibile in materia di interattività. Uno strumento molto più potente della Adsl, che consentirà erogazione di servizi al cittadino, scambio dati tra enti, telelavoro, telemedicina eccetera. La realizzazione del progetto comporterà una spesa di circa 14 milioni di euro e 21 mesi di lavoro per la stesura delle fibre ottiche. La costruzione della rete sarà curata da unapposita società per azioni, interamente pubblica, che rimarrà proprietaria dellimpianto, pur potendo assegnare la gestione o la cogestione a privati.
Allo stato dellarte la Regione Lazio ha messo a disposizione un milione di euro e si è impegnata a dare la priorità assoluta al progetto qualora la società che, come ha annunciato il presidente Marini sarà costituita subito dopo le elezioni, decidesse di accedere ai fondi comunitari.
Le caratteristiche tecniche del progetto, messo a punto da Sviluppo Lazio su mandato degli assessorati regionali al Lavoro e alla Programmazione economica, prevedono la realizzazione di tre anelli ottici principali: Cimini, comprensorio del lago di Bolsena, Maremma. Dagli anelli partiranno i collegamenti con i centri più importanti. Laddove non sarà possibile arrivare con le fibre ottiche ma si tratta solo di alcuni piccoli centri - linterconnessione potrà essere garantita da altre tecnologie, in primo luogo la connessione via radio. Dapprima saranno realizzati i collegamenti tra le sedi pubbliche, poi con le utenze economico - produttive e infine quelle residenziali.
Ma sia i costi che i tempi di realizzazione della ragnatela telematica potrebbero essere sensibilmente abbattuti sfruttando, ad esempio, le canalizzazioni degli impianti di distribuzione idrica o del gas. In questo caso, infatti, non sarebbe necessario scavare le tracce nelle quali stendere i cavi ottici (si tratta di piccoli solchi larghi dieci-dodici centimetri e profondi trenta-trentacinque). La Talete si è già resa disponibile a verificare la possibilità di allocare i cavi nei propri acquedotti.
Il sì della Regione alla nostra richiesta, avanzata circa un anno ha commentato il presidente Giulio Marini ci mette in condizioni di trasformare il territorio in un unico sistema a banda larga e di superare il gap tecnologico più volte denunciato dalle associazioni di categoria. Ora sta alle istituzioni locali, ma anche ai privati, saper sfruttare questa grande occasione. Spero che la Provincia, chiunque sarà a governarla, voglia continuare a perseguire questa strada. Io, ovviamente, insisterò affinché nei prossimi due tre anni, la Tuscia sia il primo territorio dItalia ad essere completamente collegato da un sistema di fibre ottiche.