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Ieri l'inaugurazione
La biga di Ischia di Castro al Museo nazionale etrusco
Viterbo 20 marzo 2005 - ore 0,50 -Senza Filtro - La biga di Ischia di Castro, uno dei più importanti reperti archeologici scoperti nell'ultimo trentennio del 1900, da ieri è esposta permanentemente in un'apposita saletta del Museo Nazionale Etrusco di Viterbo, ospitato nella monumentale Rocca Albornoz. Oltre alla celebre biga, finora esposta al pubblico una sola volta, nella sala è stato collocato anche il prezioso corredo funerario, risalente al VI secolo a.C., riconducibile ad una figura femminile d'alto rango, trovato nella stessa tomba. Il raffinato carro da parata in bronzo fu rinvenuto nella dromos insieme con i resti di una coppia di cavalli sacrificati allo sfarzo del potere gentilizio della nobildonna.
Ma la biga di Ischia di Castro costituisce solo una delle novità, tutte di grande portata, del Museo Nazionale Etrusco di Viterbo. Questa mattina, infatti, il presidente della Provincia Giulio Marini, lassessore alla Cultura Gianmaria Santucci e la Soprintendente ai beni archeologici dellEtruria Meridionale, Moretti, hanno inaugurato due nuove grandi sale, il cui progetto espositivo, curato dalla dottoressa Valeriaì D'Atri, s'incentra sulla presentazione di un'area archeologicamente tra le più importanti d'Italia per la presenza di estese necropoli rupestri. Un fenomeno, quelle tombe rupestri che, oltre al Viterbese, e' riscontrabile solo in Asia Minore. Si tratta di un immenso reticolo di piccole sepolture con facciata monumentale scolpite sulle parete tufacee.
I materiali esposti vanno dalla prima età del ferro fino alla romanizzazione. Il percorso museale si articola in una serie di sezioni, ognuna dedicata ad un centro, che ripercorrono da sud a nord il tracciato della via Clodia. S'inizia dalla necropoli di San Giuliano, antico centro etrusco nei pressi della moderna Barbarano Romano, del quale provengono alcuni selezionati reperti come gli ossuari fittili con coperchio ad elmo, tipici dei corredi della prima età del ferro, o i resti di due carri rinvenuti all'interno di una sepoltura principesca in località Caiolo. Spiccano, per unicità, alcuni frammenti di un grande vaso, dipinto e un'iscrizione etrusca con l'antico nome del sito: Manturanum.
Segue una sezione dedicata interamente alle antichità di Blera, della quale si presentano per la prima volta al pubblico diversi materiali archeologici provenienti da scavi compiuti dalla Soprintendenza. A seguire s'incontra Norchia, centro etrusco dell'ambito tarquiniese, del quale sono note le imponenti manifestazioni architettoniche soprattutto di epoca ellenistica, con le famose tombe a Tempio, dotate di timpani scolpiti nel tufo. Ampiamente saccheggiata come molte delle necropoli rupestri del Viterbese, anche per Norchia si espongono alcuni pregevoli reperti metallici. Un settore è dedicato anche alla località di Grotta Porcina.
Il percorso si chiude con Castel D'Asso, del quale si espongono alcuni materiali di epoca arcaica ed un grande cippo a casa, e con un rimando a Tuscania, centro di primaria importanza nel panorama dell'architettura rupestre etrusca.
L'itinerario attraverso l'Etruria Meridionale interna prosegue verso il lago di Bolsena, dove sorsero in epoca etrusca alcuni centri dei quali s'ignorano i nomi originari. Da quell'area proviene una campionatura di materiali rinvenuti in necropoli scoperte nei pressi di Montefiascone e Grotte di Castro. Un'intera sezione è dedicata all'antico centro di Bisentium sorto sulla sponda occidentale del lago e dotato di estese necropoli da sempre oggetto di saccheggio: la varietà e ricchezza di questo centro trova conferma nella moltitudine di oggetti rinvenuti: ceramiche, scudi, elmi eccetera.
L' allestimento delle nuove sale è frutto della collaborazione tra la Provincia di Viterbo, che ha stanziato 342mila euro, e la Soprintendenza per i beni archeologici dell'Etruria Meridionale, che alcuni anni fa stipularono una convenzione finalizzata ad esporre a Viterbo i reperti rinvenuti nelle necropoli locali, restaurati, studiati e conservati nel Museo Etrusco di Valle Giulia a Roma.
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