Elezioni provinciali 2005
Il quinquennio amministrativo 2005-2010 si prospetta foriero di impegnative sfide economiche e sociali per il territorio della provincia di Viterbo, che con le sue peculiarità ambientali, archeologiche, artistiche e urbanistiche rappresenta un patrimonio non solo regionale, ma anche nazionale ed europeo.
Gli scenari che si aprono presentano, contemporaneamente, grandi opportunità e rischi da affrontare.
Davanti ad essi si colloca levoluzione del ruolo e delle funzioni che la Provincia deve esercitare, con le nuove deleghe attribuite dai processi di decentramento in atto, che le attribuiscono la rappresentanza e la cura degli interessi vitali del territorio e della comunità locale
Federlazio, nella sua pluri-decennale e costante attenzione alle problematiche delle piccole e medie imprese, ritiene di doversi rivolgere ai Candidati alla guida dellamministrazione provinciale di Viterbo, per offrire una serie di valutazioni e un contributo alla definizione delle future politiche di sostegno alla crescita economica e sociale che tutti ci attendiamo.
Non senza in via preliminare aver formulato lauspicio che sia mantenuta, ed anzi rafforzata, la logica della concertazione come metodo di governo territoriale.
Ne deriverà la valorizzazione di un lavoro comune e condiviso di elaborazione e attuazione di strategie e di programmi negoziati con tutti gli altri soggetti, pubblici e privati, attori dello sviluppo di questa provincia.
Sono certamente molti e rilevanti i problemi del territorio, che esigono di essere affrontati con tempestività e chiarezza dintenti.
Le ultime rilevazioni semestrali sullandamento economico e produttivo della nostra Regione, ci mostrano, per Viterbo, il quadro di uneconomia sostanzialmente ferma, condizionata dallincertezza che caratterizza il panorama geo-politico internazionale e dalla congiuntura che attraversa il Paese nel suo complesso.
Le nuove sfide imposte dal processo di globalizzazione in atto, rendono centrali le questioni relative alla riqualificazione del territorio ed alla sua complessiva competitività, messa a dura prova, oltreché da nuove dinamiche di mercato anche dalla perdurante inadeguatezza delle infrastrutture.
1) SISTEMA INFRASTRUTTURALE
Un assetto infrastrutturale di qualità è il fondamento del corretto sviluppo economico di un territorio.
E, invece, ormai scontato - parlando della nostra provincia - denunciare lo stato dinsufficienza dei collegamenti viari e ferroviari in cui versa: problemi atavici, rimasti immutati nel corso dei decenni e che si traducono in costi aggiuntivi per le imprese.
I nodi critici da affrontare immediatamente sono:
a) ampliamento della statale Cassia, nel tratto che va da Monterosi a Viterbo: è dagli anni novanta che si attendono i fondi per realizzare gli ultimi 45 chilometri e le varianti ai centri urbani (anche se in merito arrivano rassicurazioni confortanti di un iter finalmente sbloccato con approvazione da parte del CIPE a livello di preliminare, ma con finanziamento ancora rinviato);
b) realizzazione del Centro Merci di Orte;
c) aeroporto civile di Viterbo;
d) raddoppio del collegamento ferroviario Viterbo-Cesano;
e) completamento della Civitavecchia-Viterbo-Orte, arteria di fondamentale importanza per le prospettive di collegamento al sempre più importante porto tirrenico. Quello che un tempo si limitava ad essere attracco di collegamento con la Sardegna, in meno di un decennio ha cambiato volto: ha aumentato le linee con gli altri porti del Mediterraneo, divenendo uno dei poli marittimi strategicamente più importanti dItalia dal punto di vista turistico e di notevole rilievo sotto il profilo commerciale.
Ma questi nuovi scenari di sviluppo, rischiano di lasciar fuori completamente lattiguo territorio viterbese se non saranno colte appieno le potenzialità di una infrastrutturazione di retro-Porto.
Questultima sincardina sulla rete viaria e ferroviaria con lentroterra, a cominciare proprio dal completamento della bretella Civitavecchia-Orte-Terni, la trasversale di collegamento veloce non solo con lItalia Centrale e con la stessa Capitale, ma anche con il Nord-Est della Penisola.
In tale ottica troverebbe una sicura valorizzazione il Centro Merci di Orte, divenendo di fatto un naturale snodo viario e ferroviario tra il tirreno e ladriatico.
Fattore determinante per la competitività territoriale sono anche le infrastrutture immateriali.
Emblematica è la vicenda delle linee DSL. Ad oggi la provincia di Viterbo, e segnatamente il Distretto Industriale di Civita Castellana, risultano sprovvisti di questa importante tecnologia indispensabile per un sistema di collegamento veloce con la rete web.
Per quel che riguarda la tecnologia a banda larga rimane, pur in presenza di una recente presentazione di un progetto riguardante lintero territorio provinciale, la preoccupazione di un ritardo nella realizzazione dellopera con il rischio di averla ormai obsoleta.
Tutto ciò a danno di nuove metodologie di relazioni commerciali e gestionali e delle esigenze di internazionalizzazione del locale sistema di imprese.
Un asse viario adeguato e infrastrutture tecnologiche moderne offrirebbero condizioni migliori per la rete delle imprese locali, con rilevanti e positivi riflessi anche in termini di crescita occupazionale.
2) OCCUPAZIONE E POLITICHE FORMATIVE
Significativo il dato sulla disoccupazione femminile (15%), rispetto a quella maschile (6,8%).
Un dato, questultimo, su cui ha certamente inciso in modo significativo la situazione drammatica della stoviglieria nel Distretto Industriale di Civita Castellana: un settore che nel corso dei passati decenni ha vissuto cicli di forte crescita e da alcuni anni si presenta attanagliato da una profonda crisi che ha assunto ormai connotati drammatici, mettendo a repentaglio non soltanto gli organici, ma la sopravvivenza stessa delle imprese.
In questo scenario, sempre più schiacciato sul livello dellemergenza e del contingente, le politiche del lavoro, dellorientamento e della formazione professionale, proprie della Provincia, possono rappresentare una bussola insostituibile.
La Provincia ha assunto nuove funzioni e nuove competenze, sia in materia di programmazione territoriale dei servizi scolastici e formativi, sia per il collocamento.
In materia di formazione professionale occorrerà rendere maggiormente efficace il raccordo tra livelli di istruzione superiore, istanze formative e, soprattutto, formazione permanente con il mercato del lavoro sottolineando così levoluzione dellazione amministrativa verso politiche attive per il lavoro.
In termini generali si dovrà cercare di incentivare una formazione qualificata verso livelli di specializzazione adeguati e coerenti rispetto alle mutate esigenze ed alla crescita del sistema produttivo.
Sul fronte dellincontro tra domanda e offerta di lavoro i Centri per lImpiego diverranno sempre più vero e proprio interfaccia delle dinamiche occupazionali, economiche e sociali: uno spazio reale ed operativo allinterno del quale registrare i mutamenti in atto nel pianeta lavoro.
Per tutto ciò è necessario che i Centri per lImpiego territoriali avanzino con decisione nella direzione di divenire vere e proprie agenzie di servizi per loccupazione, in grado di interloquire dinamicamente con tutti coloro che a livello locale si occupano di lavoro.
3) AMBIENTE
Uno sforzo intenso e coordinato dovrà essere rivolto alle tematiche ambientali, partendo dal convincimento che lambiente è la risorsa principale da tutelare e sviluppare.
In tale prospettiva una particolare sottolineatura deve essere destinata al ruolo degli strumenti di programmazione negoziata che, superando limpostazione tradizionale delle prescrizioni, dei controlli e delle repressioni, poggia sul coinvolgimento diretto e sulla responsabilità condivisa degli operatori pubblici e dei privati.
Eloquente in tale contesto lesperienza dellAccordo di programma per la gestione di rifiuti inerti da costruzione e demolizione, recentemente sottoscritto tra lAssessorato Ambiente e Pianificazione Territoriale della Provincia di Viterbo e tutte le organizzazioni di categoria operanti sul territorio.
Esso è da intendersi come un valido punto di partenza date le competenze dellente Provincia, anche se la seconda fase dovrà riguardare la sensibilizzazione dei comuni, altro importante tassello nelle potestà amministrative ad essi attribuite in materia di rifiuti.
Analoga esperienza andrebbe ripetuta per gli scarti di lavorazione (gessi) delle ceramiche del Distretto Industriale di Civita Castellana, ormai assimilati a rifiuti dalle nuove normative.
E altresì necessario un accelerazione del processo di affidamento del Servizio Idrico Integrato, al fine di superare la frammentarietà delle gestioni e di consentire linizio del programma degli interventi di ammodernamento e potenziamento sia delle fonti di approvvigionamento, sia degli impianti idrici che di depurazione.
4) URBANISTICA
Altra importante delega frutto delle politiche di decentramento è quella in materia urbanistica.
Lauspicio è che tutti gli strumenti di pianificazione territoriale possano vedere iter di elaborazione ed approvazione in tempi certi e rapidi.
Anche in tale ambito la concertazione, ad ogni livello e fase procedurale, potrà affermarsi come metodologia moderna ed efficace di governo del territorio, assicurando in tal modo partecipazione, coinvolgimento e responsabilizzazione di tutti gli attori sociali in tutte le fasi procedurali dei piani, e non per una mera azione di ratifica.
5) TURISMO
Leconomia turistica come volano di uno sviluppo nuovo, con straordinari riflessi anche in termini occupazionali.
La Tuscia ben si adatta a tale prospettiva, a condizione che le future politiche sul turismo locale si dimostrino in grado di puntare alla promozione e al rilancio di un territorio estremamente ricco ma ancora poco conosciuto.
Occorrono interventi di rivalutazione di alcune aree di grande interesse turistico che, guardando avanti malgrado la fase di congiuntura sfavorevole e il notevole calo dei consumi, consentano alla Tuscia di acquisire un ruolo da protagonista, valorizzando il proprio patrimonio di risorse storiche, culturali, archeologiche e naturalistiche e farlo divenire un vero e proprio ambito produttivo.
Una forte domanda di iniziative di rilancio viene, in particolare, dal comparto delle stazioni termali.
I dati sul movimento turistico nel Lazio evidenziano che, a fronte degli oltre 10 milioni di persone che ogni anno transitano nella nostra Regione, risultano meno di 500 mila i turisti che si avvicinano al termalismo, malgrado la ricchezza di acque minerali e ambienti naturali incontaminati.
La soluzione sta nel trasformare limpresa termale in impresa turistica: una concezione nuova di sviluppo del settore che intende non essere più soltanto meta di utenti tradizionali e dellassistenzialismo della sanità pubblica.
Perseguire tali obiettivi significa in primo luogo ricondurre la frammentarietà di proposte e iniziative ad ununica e condivisa linea progettuale e di intervento, con ununica cabina di regia che sappia stabilire idonei rapporti di collaborazione tra pubblico e privato, assegnare risorse a sostegno dellinnovazione e della modernizzazione delle strutture, nonché alla promozione del territorio della provincia di Viterbo sui mercati nazionali e internazionali.
Forse solo così riusciremo ad incrementare lapporto del turismo al PIL provinciale, ad oggi poco superiore al 3,5% .