Viterbo 24 marzo 2005 - ore 0,50 -Senza Filtro - Leggo con meraviglia i commenti dei pochi giornalisti presenti all'assemblea dei pendolari di sabato 19 marzo. Meraviglia perché dopo appena 10 minuti di dibattito sono a andati a fare qualcos'altro e poi si sono pure permessi di scrivere i numeri dei partecipanti.
Ma soprattutto meraviglia per l'analisi fatta da questi professionisti. In sintesi poiché la partecipazione è stata scarsa, il problema dei collegamenti con Roma non è così importante.
L'incapacità di comprendere che il "piccolo" problema del trasporto ferroviario dei pendolari è in realtà quello più grande dei collegamenti che la città di Viterbo ha con il resto del mondo è veramente sconcertante.
Certo, riportare e discutere di queste cose può dar fastidio, soprattutto in questo periodo, a chi negli anni passati ha avuto delle responsabilità di gestione. Ma diamine! lo si vuole dire che il collegamento rapido con Viterbo è fondamentale per l'economia della città?
Con trasporti garantiti di un'ora quanti studenti in più avrebbe l'Università?
Quanti pacchetti turistici potremmo offrire con la possibilità di andare a Roma in un ora, spendendo la metà di alloggio e vitto? E quei turisti potrebbero così conoscere anche il territorio!
Ma vi rendete conto di quanti danni sta facendo la grande incompiuta, la Civitavecchhia Orte, alla nostra economia? Lo sapete quante migliaia di persone scendendo dalle grandi navi da crociera nel porto di Civitavecchia, si fermano a gironzolare intorno a Tarquinia, perché per arrivare a visitare la "Città di Cultura", la Città delle Terme dei Papi ci si impiega minimo un'ora invece che 20 minuti?
Altri commenti avrei voluto leggere che quelli che l'assemblea è fallita, che i pendolari sono rimasti soli!
Avrei voluto leggere che questo sonno millenario questa città se lo merita.
D'altronde l'ospitalità viterbese è quella che è. Quando arrivarono le Caserme le si misero molto fuori dalle mura cittadine, con collegamenti con il centro da terzo mondo.
Quando arrivò l'Università si fece lo stesso!
Forse si, questo titolo volevo leggerlo: ancora una volta i viterbesi vogliono rimanere nel loro medioevo felice, d'altronde la media oraria dei treni che ci collegano a Roma è la stessa di un buon cavallo, proprio come nel medioevo.
Luigi Tozzi viterbese e pendolare.