Viterbo 30 marzo 2005 - ore 17,50 - Senza Filtro -“Nel giro di pochi giorni, alla vigilia del voto, sono arrivati nella Tuscia sia l’assessore all’Agricoltura che il presidente della giunta regionale della Regione Lazio, entrambi per raccontare che, in questi anni, si sarebbe aperta una nuova pagina per l’agricoltura laziale. Purtroppo, le cose stanno in modo ben diverso: pur in presenza di una imprenditoria che vanta vitalità e capacità competitive, è mancato un progetto per lo sviluppo del comparto”. E’ quanto afferma il consigliere regionale Giuseppe Parroncini.
“Dal 2000 ad oggi, abbiamo registrato il mancato sostegno ai settori in crisi, come quello degli allevamenti ovini, totale disattenzione verso il completamento e l’efficienza della filiera agroalimentare, confusione nell’affrontare le emergenze dovute alle calamità naturali e alla diffusione delle epidemie, come la lingua blu, assenza di una vera politica per la qualità. A questo proposito, nulla si è fatto, per esempio, contro il blocco dell’iter per il riconoscimento dei marchi Dop per alcuni prodotti di eccellenza della Tuscia. Ma soprattutto non è stata prodotta alcuna innovazione legislativa -dice Parroncini-. E la legge regionale sulle strade dell’olio e del vino, scritta e varata con la partecipazione dell’opposizione, fino al 2003 non ha distribuito un euro, per poi essere finanziata, nel 2004, con stanziamenti ridicoli”.
“Ho letto con attenzione il documento che le associazioni agricole hanno preparato in occasione dell’incontro di ieri con il presidente della giunta regionale -prosegue il consigliere regionale-. L’elenco degli interventi proposti all’esame della Regione è lungo. Ne cito alcuni: agevolazioni nell’accesso al credito; un piano regionale pluriennale, da concertare con i produttori, per promuovere e valorizzare la qualità dei prodotti sui mercati nazionali ed internazionali; supporto ad un sistema di tracciabilità; istituzione di tavoli tecnici per i settori in crisi ed un concreto immediato sostegno al settore ovicaprino; confronto sulle linee del Piano di Sviluppo Rurale 2007-2013. I rappresentanti degli imprenditori puntano, infine, su tre questioni: norme regionali sui distretti rurali, piano zootecnico regionale, collegamenti viari e ferroviari più efficienti”.
“Ebbene, proprio questo documento, che contiene proposte serie, evidenzia, a mio avviso, la completa inadeguatezza del governo di centrodestra alla Regione. Perché, per esempio, sono stati ignorati, fino ad oggi, i settori in crisi? E perché non ci sono già, nel Lazio, a differenza della Toscana, una legge sui distretti ed un piano zootecnico regionale? In cinque anni, nessun intervento strutturale è stato realizzato per rendere più competitiva l’agricoltura, comparto che rappresenta un patrimonio enorme per la nostra economia e che deve essere sostenuto attraverso l’attuazione di un progetto capace di dare impulso alla multifunzionalità (presente, secondo una recente indagine dell’Istat, solamente nel 5 per cento delle imprese italiane) e -conclude Parroncini- alla valorizzazione delle aree rurali”.