Interviene il segretario generale Martinelli La Cgil preoccupata per truffe agli anziani e sanità
Viterbo 4 marzo 2005 - ore 0,40 - Senza Filtro - Gli anziani come soggetti deboli, subiscono i raggiri e le truffe più di ogni altra persona. Oltre il 70 per cento di questi reati che vengono perpetrati nel nostro paese ogni anno vedono come vittime predestinate le persone della terza età.
Secondo la CGIL e il Sindacato Pensionati di Viterbo, l'aumento di questo genere di reati, già registrato dall'Istat, è dovuto principalmente al fatto che si tratta di attività criminose altamente redditizie, poco rischiose sotto il profilo della pena. Dall'annuario 2004 dell'istituto di statistica, infatti, le truffe perpetrate negli anni 2001 2003 sono state 187.858, di questi quasi il 90 per cento è rimasto impunito perché non si è arrivati all'individuazione di un colpevole.
Anche l'incidenza delle truffe rispetto al totale dei delitti denunciati segue un trend di crescita preoccupante: si passati dall'1,79 per cento del 2001, al 2,43 per cento, per arrivare al 7,64 per cento del 2003.
Sia i dati generali che quelli particolari riguardanti le truffe parlano da sé rispetto all'aumento di questi fenomeni negativi. "Tuttavia , non può sfuggire e né può essere sottovalutato il fatto che non esistano nelle rilevazioni statistiche un dato certo circa l'incidenza dei reati per classi di età".
In altre parole, nonostante tutti, partiti e istituzioni, siano pronti a scommettere che gli anziani sono le vittime maggiormente colpite dai reati di truffa, non esistono statistiche specifiche per quantificare il fenomeno che, invece, viene assorbito dai dati generali sulla micro criminalità. Una mancanza grave che sarebbe importante colmare con la predisposizione di un osservatorio specifico, in grado di monitorare il fenomeno. E' questa una delle proposte che insieme - Spi, sindacato di polizia e Cgil - avanzano perché potrebbe essere uno strumento utile non soltanto di conoscenza e di monitoraggio, ma di contrasto e di prevenzione dei reati.
In altre parole, rilevare il fenomeno consentirebbe di predisporre degli interventi mirati nel territorio con il coinvolgimento degli enti locali, di tutte le forze di polizia e dell'associazionismo a cui sempre più gli anziani si rivolgono. I danni che subiscono gli anziani a causa delle truffe sono spesso di entità ingentissima: si sottraggono i risparmi di una vita, i pochi oggetti di valore posseduti, il patrimonio di famiglia.
Ai danni si aggiunge spesso una reazione di chiusura della vittima: l'anziano truffato si vergogna, nasconde l'accaduto per non passare da "rincitrullito" e, quindi, tende a non denunciare il reato, oppure, quando si rivolge alle forze dell'ordine, lo fa con ritardo, favorendo così i malfattori, così può subentrare la depressione che a volte finisce anche tragicamente con il suicidio.
La sfiducia delle persone anziane è in qualche modo alimentata da una macchina giudiziaria spesso inefficiente: il reato di truffa viene perseguito con pene abbastanza miti e senza alcun risarcimento, né aiuto materiale e psicologico alle vittime.
E' da qui che bisogna partire per dare risposte mirate ad bisogno sempre più crescente di protezione e di tutela delle persone anziane che vivono in solitudine la truffa e la conseguente vergogna di essere stati raggirati.
La CGIL ed il Sindacato Pensionati lanciano l'idea di avviare una campagna d'informazione capillare e di estendere punti di aggregazione per le persone anziane perché solo ricostruendo un tessuto di relazioni sociali intorno all'anziano solo è possibile contrastare e prevenire i rischi di una eventuale truffa.
L'ipotesi è quella di cominciare a far conoscere ad esempio, con materiali illustrativi mirati, le regole attuate dai gestori degli enti pubblici dei servizi (gas, telefono, Inps, Comune) nei
rapporti con gli utenti. Ciò indurrebbe l'anziano che vive solo ad un atteggiamento più prudente quando alla porta della propria abitazione si presenta il truffatore camuffato da operatore del pubblico servizio. Allo stesso modo c'è bisogno di attivare numeri verdi, di informazione, denuncia, allarme, richieste di consigli ecc.., anche in collaborazione con il filo d'argento, le associazioni dei consumatori, il comparto sicurezza e i servizi sociali dei Comuni.
Segretario . Generale
Giovambattista Martinelli
Sanità
La prossima seduta della Conferenza Stato Regioni dovrà sciogliere definitivamente il nodo del finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale per lanno 2005.
Come CGIL di Viterbo siamo molto preoccupati per il protrarsi di questa situazione di incertezza e di conflitto istituzionale, destinata a produrre in tempi brevi ulteriori danni allorganizzazione sanitaria e gravi disagi ai cittadini.
Almeno fino a quando il Governo userà l'arma del ricatto per erogare alle Regioni il finanziamento per la sanità, vincolandolo al rispetto di norme burocratiche e centralistiche, non realizzabili.
L'auspicio è dunque quello di una rapida conclusione del grave contenzioso istituzionale in corso nel rispetto dei principi affermati dalla Costituzione e dalla riforma sanitaria vigenti.
Per lanno 2005 deve quantomeno essere garantita alle Regioni la piena disponibilità degli 88 miliardi di euro promessi dal Governo con la legge finanziaria e limmediata distribuzione dei 2 miliardi di euro assegnati a saldo del sottofinanziamento 2001/2003.
Consapevoli che resta aperto il tema delle risorse necessarie a coprire il sottofinanziamento del 2004 e degli anni precedenti, ma soprattutto la prospettiva strutturale del sistema sanitario pubblico, consideriamo assolutamente urgente almeno la conclusione di questa prima fase del contenzioso.
Altrettanto importante è che la definizione di una nuova intesa fra Stato e Regioni non si traduca in una ulteriore centralizzazione del sistema o nellimposizione di vincoli tali da espropriare i governi locali dei poteri loro assegnati dalla Costituzione vigente.
Avrebbe infine "effetti drammatici" una interpretazione distorta del vincolo del 2% posto allaumento della spesa.
E evidente che tale vincolo non può essere imposto alla dinamica salariale dei dipendenti pubblici che hanno rinnovi contrattuali in corso, peraltro da tempo scaduti.
Altrettanto non può che valere per i lavoratori e le lavoratrici che operano presso le strutture pubbliche, private e del terzo settore che hanno un rapporto di convenzione o di fornitura con il sistema sanitario pubblico.
Limposizione di un vincolo siffatto comporterebbe, quindi, un attacco ai diritti contrattuali di lavoratori e di lavoratrici che prestano servizi importanti e delicati e, in generale, una grave crisi nel settore allargato dei servizi alle persone con conseguenze pesantissime su tantissimi cittadini".