Viterbo 4 marzo 2005 - ore 0,40 - Senza Filtro - Al Presidente del Consiglio provinciale
Al Responsabile del Servizio Finanziario
Al Collegio dei Revisori dei Conti
Il Consiglio provinciale di Viterbo attualmente in carica si avvia verso la conclusione della propria attività amministrativa ordinaria.
Ai sensi dellart. 38 del Dlgs 267/2000, infatti i consigli durano in carica sino all'elezione dei nuovi, limitandosi, dopo la pubblicazione del decreto di indizione dei comizi elettorali [17 febbraio 2005], ad adottare gli atti urgenti e improrogabili.
In realtà questa consiliatura si conclude lasciando un debito di trasparenza con i consiglieri e dunque con lopinione pubblica viterbese che avrebbe potuto e dovuto essere saldato.
Allordine del giorno del Consiglio rimangono infatti formalmente iscritti diversi punti, la cui trattazione non si era potuta concludere nellultima seduta svolta nel dicembre del 2004.
Si tratta in particolare delle audizioni dei rappresentanti della Provincia presso le società partecipate, audizioni che non si sono più tenute perché il Consiglio provinciale da allora non è stato più convocato, nonostante ci fossero i tempi e i modi per farlo.
La consiliatura si conclude dunque con la flagrante elusione di quanto previsto dallart. 59 comma 4 dello Statuto della Provincia secondo cui i rappresentanti della Provincia in una Società per Azioni debbono riferire annualmente al Consiglio Provinciale, durante unapposita seduta dedicata allandamento delle società alle quali partecipa la Provincia.
E un esempio clamoroso della mancanza di trasparenza che circonda questo capitolo della vita amministrativa della Provincia e il segno di un grave malcostume politico che sottovaluta il dovere (e direi il diritto) di chi è investito di funzioni di rappresentanza di render conto al Consiglio provinciale e, tramite esso, allopinione pubblica, del lavoro che svolge per conto dellEnte e per il quale in qualche caso è anche lautamente retribuito.
A fronte di questa inadempienza oggi mi risulta che la Giunta provinciale stia considerando leventualità di procedere in via durgenza ad adottare alcune deliberazioni di variazione di bilancio con i poteri del Consiglio.
In una situazione normale non ci sarebbe nulla da eccepire: la legge prevede che le deliberazioni attinenti alle variazioni di bilancio possano essere adottate, in via durgenza, dalla giunta salvo sottoporle a ratifica del Consiglio nei sessanta giorni successivi, a pena di decadenza.
Questa procedura, nel contesto attuale, risulterebbe però molto grave.
In primo luogo rappresenterebbe un ulteriore svuotamento delle prerogative del Consiglio, già messo a riposo prima del tempo benché esistesse almeno fino al 17 febbraio 2005 un obbligo di convocazione basato sulla richiesta avanzata da un numero di consiglieri previsto dalla legge.
Inoltre, trovandoci nellimminenza di elezioni per il rinnovo del Consiglio provinciale, sarebbe del tutto scorretto dal punto di vista amministrativo che la Giunta assumesse atti che sono attinenti ad una materia (bilancio) che è di competenza del Consiglio e che comunque dovrebbero essere da esso ratificati.
Mi auguro che la maggioranza non giunga ad assumere atti, che potrebbero addirittura incidere sul rispetto del patto di stabilità, con lintenzione di rinviarne la ratifica al nuovo Consiglio provinciale che risulterà dalle prossime elezioni.
Se ci sono deliberazioni urgenti ed improrogabili da assumere su materie di competenza del Consiglio, si possono convocare i consiglieri provinciali che per questi atti risultano pienamente in carica.
Sarebbe un modo per rispettare appieno lo spirito della legge ed unoccasione per riparare il debito accumulato nei confronti del ruolo e delle prerogative dellassemblea elettiva di Palazzo Gentili.
Luciano Dottarelli
Capogruppo DS
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