Viterbo 5 marzo 2005 - ore 0,40 Senza Filtro - “La carenza di personale in organico rischia di compromettere i livelli di sicurezza e le condizioni di lavoro degli agenti di polizia penitenziaria che operano nel carcere di Mammagialla, a Viterbo. La Regione Lazio può e deve farsi carico di questa situazione, intervenendo presso il Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria e del Ministero della Giustizia, per sollecitare una risposta concreta ai problemi che sono stati denunciati dagli agenti e che sono la conseguenza di una politica di tagli delle risorse e del personale anche in servizi delicati ed essenziali”. E’ quanto afferma Giuseppe Parroncini, consigliere regionale Ds, il quale si è incontrato, questa mattina, con gli agenti di polizia penitenziaria davanti ai cancelli di Mammagialla, dove si è svolta una manifestazione di protesta indetta da tutte le sigle sindacali: Sappe, Osapp, Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Fsa.
“La situazione, all’interno del carcere, si è gravemente deteriorata per ciò che riguarda la sicurezza degli operatori, la cui preoccupazione è salita dopo la scoperta di un pacco bomba, così come sono peggiorate le condizioni di vita della stessa popolazione carceraria. Nell’ultimo mese, si sono verificati due casi di suicidio. E’ recente una tentata evasione. Un dato è eclatante: attualmente, sono disponibili appena 111 agenti, a fronte dei 166 posti di servizio da coprire, nonostante il lavoro sia aumentato, a causa degli innumerevoli piantonamenti dei detenuti in regime di 41 bis ricoverati presso gli ospedali”, dice Parroncini, il quale, dopo aver preso nota dei problemi sollevati, ha anche predisposto una interrogazione rivolta al presidente della giunta regionale e all’assessore agli Affari Istituzionali.
“La stessa Direzione dell’Istituto di Viterbo ha informato gli organi superiori sulle difficoltà a garantire, per la scarsa dotazione di personale, i più elementari livelli di sicurezza. Bisogna dare una risposta urgente ad una situazione che diventa ogni giorno più drammatica”, sottolinea il consigliere regionale. I Ds attiveranno anche i propri rappresentanti in Parlamento per chiedere un intervento presso il Ministero competente.