Viterbo 5 marzo 2005 - ore 0,40 - L’Istat segnala un aumento dell’impoverimento delle fasce infantili in Italia. In sostanza, detto con parole più chiare, i bambini italiani sono più poveri. Cresce il disagio, crescono le difficoltà anche tra famiglie che fino a poco tempo fa riuscivano ad arrivare alla fine del mese.
Da parte nostra non parliamo di statistiche, parliamo di casi veri, di donne e uomini che richiedono in misura crescente l’erogazione dei contributi ex-eca: cresce cioè la domanda di assistenza, sono sempre più numerose le domande di sostegno, aumenta la richiesta di protezione e, quindi, di intervento dello stato sociale.
I comuni, da quelli più grandi a quelli più piccoli, costituiscono gli avamposti della capacità di sostegno che la società e le istituzioni in generale possono esprimere. E’ per questo che tagliare i trasferimenti finanziari, porre tetti di spesa, imporre limiti all’autonomia degli enti locali, significa colpire direttamente le fasce più deboli. Significa spingere donne e uomini extracomunitari nella marginalità, significa far mancare il sostegno alle famiglie italiane disagiate, che segnalano nuove difficoltà e nuove povertà.
Si tratta dunque di scelte politiche. Si tratta di decidere dove allocare le risorse pubbliche: se a sostegno dei più deboli od a coprire i fallimenti della finanza creativa e delle cartolarizzazioni tremontiane. Sostenere la battaglia degli enti locali contro le politiche di bilancio imposto dal Governo vuol dire quindi oggi scegliere di fornire aiuto a chi ne ha bisogno, vuol dire battersi per l’eguaglianza e, conseguentemente, per la libertà di avere, tutti, un futuro migliore. Non è dunque una battaglia dei soli amministratori locali, riguarda invece tutti i cittadini consapevoli e responsabili. A costoro rivolgo il mio appello.
Il Sindaco di Vitorchiano
Gemini Ciancolinii