Viterbo 7 marzo 2005 - ore 0,45 - Senza filtro - “Anche la crisi delle acciaierie di Terni ha evidenziato in modo drammatico il problema del collegamento viario e ferroviario tra il polo produttivo ternano ed il Porto di Civitavecchia, ponendo in primo piano il mancato completamento della Trasversale Orte-Viterbo-Civitavecchia e la chiusura della ferrovia Civitavecchia-Capranica-Orte. Il nord del Lazio ha bisogno di scelte e di interventi urgenti in tema di infrastrutture, altrimenti non diventerà mai competitivo”. E’ uno dei punti toccati dal consigliere regionale Giuseppe Parroncini, intervenuto, ieri pomeriggio, a Vejano, al secondo dei due convegni sulla mobilità e sulle prospettive per l’economia dell’Alto Lazio promossi dalla Compagnia Portuale di Civitavecchia, dal Gruppo Progetto per Vejano, dal Comitato per la difesa e lo sviluppo della ferrovia Civitavecchia-Capranica-Orte, dal Comitato Pendolari Litoranea Roma Nord e dal Comitato Ferrovieri di Civitavecchia.
“Dopo cinque anni di centrodestra alla Regione, Ente che non è stato in grado di dotarsi di uno strumento di programmazione come il Piano Regionale dei Trasporti, nessun cantiere viario e ferroviario è stato aperto nell’Alto Lazio. Le uniche due opere previste per il 2005, l’autostrada Fiumicino-Terracina e la Cisterna-Valmontone, riguardano il Lazio meridionale -ha detto Parroncini-. Si aggrava, intanto, il degrado del sistema viario esistente: si pensi allo stato attuale della Cassia, dove non si interviene più, neppure per la manutenzione. Ed aumentano i disagi per gli utenti delle ferrovie, visto che vengono messi in discussione i requisiti minimi di qualità e sicurezza del servizio. Persino le ipotesi di ammodernamento del trasporto su rotaia delineate dal centrodestra escludono la Tuscia, poiché riguardano esclusivamente il raddoppio della tratta Cesano-Bracciano della linea Viterbo-Roma e la trasformazione in metropolitana di superficie del tratto Roma-Riano della Roma- Civita Castellana-Viterbo. ”.
“In questa situazione di isolamento, la provincia di Viterbo diventa sempre meno competitiva rispetto ai centri limitrofi, come Siena e Orvieto. Eppure c’è una grande realtà in crescita, l’Università della Tuscia, che potrebbe aiutare lo sviluppo e che invece già soffre per la carenza di collegamenti. Una moderna rete infrastrutturale è una condizione decisiva per lo sviluppo del nostro territorio: ecco una grande priorità sulla quale -ha concluso il consigliere regionale- bisogna investire risorse certe e adeguate”.