- Il dibattito nel centrodestra non sembra avere fine. Dopo Meroi e Gigli, è la volta del presidente di An Michele Bonatesta. Che, nonostante la situazione, non sembra recedere dalle sue posizioni.
Non pensa che un elettore di centrodestra, seguendo il vostro dibattito, rimanga un po stralunato?
Io spero che lelettore normale capisca cosa sta succedendo. Che sia stralunato è evidente. Spero però che sappia tirare conclusioni corrette da quanto può vedere. Di politico in questa vicenda cè ben poco. Ci sono solo personaggi che si vogliono mettere in mostra distruggendo però in questo modo la Casa delle libertà.
Quali sono questi personaggi?
Inutile fare i nomi. Non voglio alimentare questo gioco al massacro. Il problema, lo ripeto, è che non si può e non si deve guardare al proprio posizionamento a scapito di tutta la Casa delle libertà. Questo riguarda anche il centro della coalizione.
Non le sembra che Meroi, nellintervista rilasciata a Tusciaweb, abbia tentato una riapertura del dialogo?
Meroi ha sbagliato l'impostazione di fondo della sua analisi. Meroi sbaglia quando riduce la situazione a un contrasto tra me e Gabbianelli. E lui dove stava? Che fa? si tira fuori? La situazione di oggi è in realtà la conseguenza diretta di una aggressione correntizia nei confronti della federazione di An, condotta nel periodo preelettorale, prima delle regionali. Un'aggressione da parte sua e di Gabbianelli, con lausilio pesante di Gasparri, che allora era ministro. In maniera più larvata, ma pur sempre pesante, laggressione fu condotta dallallora coordinatore vicario La Russa nei confronti sempre della federazione. Ma di quale contrasto tra me e Gabbianelli parla Meroi? Qui cè stata una corrente, Destra protagonista, tanto per non fare i nomi, che non ha accettato quello che il sottoscritto ha fatto fin dal giorno della mia elezione a presidente provinciale. E che lo stesso Fini oggi ha messo come base del rilancio del partito. Vale a dire il superamento delle correnti. Io non ho ricercato equilibri tra le correnti dai tempi della composizione dellamministrazione comunale. Come ognuno può constatare. Allo stesso modo non ho tenuto conto degli equilibri correntizzi nei successivi momenti elettorali. Ho solo seguito criteri meritocratici, aprendo spazi anche a chi non ne aveva.
Ma insomma, come risolve la questione?
Sicuramente non come dice Meroi. E cioè con un intervento da Roma. Questo se è vero, come è vero, che Fini a livello nazionale ha garantito che la vita interna di An si baserà sullo statuto. In questo io ritengo di aver preceduto le attuali scelte del presidente Fini, facendomi forte in ogni decisione della federazione dellosservanza dello statuto. Per esser chiari ritengo che qualsiasi intervento di Roma rischierebbe essere più dannoso per il partito e per la Casa delle libertà di scelte fatte in maniera autonoma a Viterbo. Anche se si trattasse di scelte prese non allunanimità.
Cosa dovrebbero fare Gabbianelli e Meroi?
Ha già risposto Meroi, quando ha ricordato che in dieci minuti, qualche anno fa, Fini fece chiarezza sulla situazione viterbese. Richiamando ognuno al rispetto del proprio ruolo. E al rispetto del ruolo degli altri. Il sindaco faccia il sindaco. Il deputato faccia il deputato. Il senatore faccia il senatore. Il presidente provinciale del partito faccia il presidente. Meroi, che ricorda così bene quello che ci disse Fini, dimentica ogni volta purtroppo che il presidente concluse, congedandoci, dicendo che questo naturalmente non poteva significare cambiare la maggioranza espressa dal congresso.
Ma concretamente cosa dovrebbero fare Gabbianelli e Meroi per avviare una riconciliazione?
Ancora una volta sono daccordo con Meroi, quando dice che non si può continuare a scontrarci sui giornali. Le controversie vanno risolte nei luoghi deputati a farlo. A me dispiace dover essere intervenuto, e non escludo di doverlo fare ancora, su problematiche dellamministrazione comunale. Ma alcune scelte politiche fatte negli ultimi tempi, che non sono il frutto di alcun confronto allinterno delle segreterie provinciali dei partiti, sono state o sbagliate o eccessivamente impopolari o, comunque, intempestive. Tanto è vero che non sono mancate le marce indietro.
E per le candidature alle politiche, in questo clima, come farete?
Come prevede lo statuto. La federazione provinciale farà le sue proposte sulla base delle disponibilità che verranno date da parte di chi intende ricandidarsi o candidarsi. Le indicazioni di Viterbo saranno inviate agli organi nazionali, supportate dalle valutazioni politiche che le hanno determinate. Roma deciderà se confermarle o cambiarle.
Gabbianelli sarà candidato? E lUdc avrà un suo candidato, come vuole Gigli?
Nel momento in cui verranno poste formalmente le candidature, verranno valutate. Cercherò di mettere un termine entro le quali dovranno essere presentate le candidature, proprio per poter procedere valutazione ragionata. Prima della ripresa dellattività parlamentare, a metà settembre, riconvocherò la giunta provinciale di An per stabilire un programma di rilancio del partito sul territorio in vista delle politiche del 2006, ma anche delle amministrative, che dovrebbero venire subito dopo. In quella occasione ci sarà possibilità di tornare a mettersi seduti intorno a un tavolo per parlare di politica nelle sedi opportune, anziché sui giornali. E quella sarà loccasione definitiva per capire chi vuole stare seduto in via Cardarelli e chi vuole rimanere fuori dalla porte.
Lei sarà ricandidato al Parlamento?
Se anche il mio amico Meroi dice che me lo merito, perché ho ben lavorato, per quale motivo non dovrei chiedere di essere candidato.
Cè una sua possibilità di una sua candidatura a sindaco di Viterbo?
II sindaco mi risulta che sia Gabbianelli. E non mi risulta che qualcuno lo voglia sostituire.